domenica 11 gennaio 2015

CHIAGNE E FOTTE


Sarà un pessimo sindaco, ed in effetti lo è, ma è un politico scaltro, furbo, un funzionario di partito vecchio stampo, un comunista in pectore. Si lamenta il Lapenna e piange. Protesta di essere vittima di “una campagna di odio e di disprezzo che ha superato la civile convivenza e il legittimo dibattito politico”. L’importante, nella visione lapenniana, non è governare la Città ed aggredire i problemi che l’attanagliano. No, l’importante è galleggiare, rimanere incollati alla poltrona, guadagnare tempo e consensi attraverso la tecnica collaudata delle cordate fiancheggiatrici (viene in mente l’Arci), destinatarie di generose elargizioni pubbliche, e i mille altri sistemi che fanno invidia alla peggiore politica democristiana dei bei tempi che furono. Lo sto dicendo da quasi dieci anni: Vasto avrebbe bisogno di idealità, in estremo subordine di idee. Per la mia generazione e per quella che mi precede, l’aver vissuto l’esaltante stagione della lista civica Il Faro, capeggiata dall’indimenticabile Silvio Ciccarone, “don” Silvio, come lo ricordiamo tuttora nei dialoghi inter amicos, stagione ricca di speranze, ma anche di cose concrete, rende invivibile lo stato attuale. Vedo l’affermarsi di una politica che non mi piace, la politica come carrierismo e sistemazione per sé e famiglia. Lapenna, che patrocinava a pro della Cgil senza aver mai conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense, abbina ora l’incarico di sindaco e quello, parimenti remunerato, di presidente regionale dell’Anci. Il viatico verso nuove avventure è assicurato. E intanto la Città soffre, mentre i problemi incancreniscono. Di più, stupiscono le uscite lapenniane e il falso sbigottimento che aleggia attorno ai suoi discorsi provinciali e senza senso, come nel celeberrimo empito “vuol dire che la moglie del sindaco deve fare la casalinga”. Se il buon Luciano, ho già scritto anche questo e sono costretto a ripetermi, non capisce che i rapporti professionali intrattenuti dalla consorte sconsigliano una di lei partecipazione, fosse anche marginale, al concorso cinematografico, ebbene non posso farglielo capire io. Però i Vastesi, che non sono stupidi, hanno capito.


Giacinto Zappacosta

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