martedì 6 gennaio 2015

IL CERCINE



L’acqua melmosa
ristagna in putridi anfratti
dimenticati dal vento.
Solo la pioggia,
sempre più rada,
ristora una riva assetata,
rifugio d’animali errabondi.
Lontano la contadina
a pro dell’anfora
rassetta a cercine
il nero crine:           
stanche membra attendono
il magro desinare.


g.z.


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