domenica 4 gennaio 2015

VITTORIO MESSORI ATTACCA PAPA FRANCESCO


Ho aspettato una settimana prima di riflettere pubblicamente sull’inspiegabile (o fin troppo semplice da spiegare) attacco di uno scrittore cattolico addirittura al Papa regnante e nel giorno meno indicato: la felice notte di Natale, festa di gioia , di luce e tenerezza. Ho letto quell’articolo con crescente incredulità, provando infine tanta tristezza per l’estensore di quello scritto.  L’articolo: “Le scelte di Francesco: i dubbi sulla svolta di Papa Francesco” ruota attorno ai presunti disorientamenti che le scelte del Papa arrecherebbero al “cattolico medio”.
Ma di chi stiamo parlando? E chi sarebbe il “cattolico medio” a cui si riferisce Messori? Quale fede ha questo “cattolico” che ha difficoltà ad accettare un Pastore che ha l’ “odore delle pecore” e che annuncia “la gioia del Vangelo”? Con durezza almeno pari a quella di Messori risponde L. Boff: “Sono, generalmente, cattolici conservatori abituati alla figura faraonica di un Papa con tutti i simboli del potere degli imperatori pagani romani. Adesso appare un Papa “francescano” che ama i poveri, che non “veste Prada”, che fa una critica dura al sistema che produce miseria nella gran parte del mondo, che apre la Chiesa non solo ai cattolici ma a tutti quelli che portano il nome di “uomini e donne”, senza giudicarli ma accogliendoli nello spirito della “rivoluzione della tenerezza” come ha chiesto ai vescovi dell’America Latina riuniti l’anno scorso a Rio”.
Per la verità il primo disorientato è proprio Messori che non riesce a spiegarsi i colloqui con Eugenio Scalfari e la telefonata a Pannella (se al contrario avesse telefonato a lui…..), le omelie da “buon parroco di campagna” a Santa Marta, e neppure  il primo “buonasera” subito dopo il conclave, al punto che qualche cardinale si starebbe pentendo di averlo votato.
E’ amaro, molto amaro leggere le considerazioni critiche sul Papa fatte da un cattolico che si dice molto vicino alla tradizione, la sua pretesa di insegnare al Papa come si fa il Papa, non solo per la colpevole trascuratezza del ruolo dello Spirito Santo che un cattolico  dovrebbe sempre considerare, ma soprattutto per la sottovalutazione degli aspetti pastorali del pontificato di Papa Francesco, oscurati dall’enfatizzazione di talune considerazioni dottrinali senza un’opportuna contestualizzazione e. da ultimo, sconcerta la dozzinalità della scelta della data.
Ma tant’è, adesso forse viene alla luce con maggiore chiarezza  l’ entità delle incrostazioni temporali passatiste e il significato vero delle cosiddette “certezze” invocate da taluni cattolici, a tal punto vicini al cattolicesimo tridentino, sordi a qualsiasi riforma, da spingere due sacerdoti sardi, come mi è stato riferito da un sacerdote, a rifiutarsi di citare il Papa durante la celebrazione della Messa: sono stati sospesi “a divinis” dal loro Vescovo, ma, stranamente, la stampa italiana cosiddetta cattolica non ha riportato la notizia.

NICOLANGELO D’ADAMO


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