“Quando io penso, o re, al corso di questa nostra storia terrena, e vo
comparandola a tutti quei tempi di cui nulla sappiamo, mi viene in mente
un’immagine: in una sera d’inverno tu sedi, o re, a cena; e intorno ti stanno
capitani e ministri. Il fuoco è acceso, la stanza è calda; fuori battono
turbini di neve. Ed ecco che entra volando rapidissimo un passero smarrito, e
attraversa la sala, ed esce di nuovo nella notte. Mentre è nella stanza non lo
tocca il gelo invernale; ma già quell’attimo è trascorso, ed eccolo ancora
travolto di tempesta in tempesta. Tale, o sire, mi sembra la vita dell’uomo:
quello che fu, quello che sarà, noi ignoriamo. E se la nuova fede ci reca una
speranza, ebbene, ascoltiamola”.
da Beda, Historia ecclesiastica gentis Anglorum
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