mercoledì 11 febbraio 2015

Lucore di luna


















Stravolge l’ordinato moto dell’acque,
se mai vi fu,
il temibile simun
palesando alla mente la Melusina
che s’affanna in eterno, senza requie,
tra sembianze di donna e di serpe.
Lucore di luna
divina i picei merli,
mentre il mare, fattosi forra,
estrema meta di tolde in fuga,
reclama a sé quell’ultima plaga
ove Satyria, in voluttuoso amplesso,
 incontrò il dio straniero.
Querulo delfino vaga ancora
nel gemito  senza fine.
Ma non sa.

Giacinto Zappacosta

riproduzione vietata







Nessun commento:

Posta un commento