Quando nel 2006, l’allora
dirigenza del Partito Democratico di Vasto chiese alla nuova Giunta Lapenna, di dare seguito ad
un preciso impegno elettorale con la realizzazione di un “Centro Europeo di
Studi Rossettiani”, il consenso all’interno del partito e della coalizione di
maggioranza fu unanime e la stessa minoranza di centro destra non si sbilanciò
oltre la raccomandazione, accolta, di utilizzare al meglio l’iniziale
finanziamento di 100.000 euro .
Finanziamento che si giustificava con l’alta professionalità degli operatori
del “Centro”, il coinvolgimento di Università straniere , oltra a quella di
Chieti-Pescara che aveva assicurato il patrocinio, il tentativo di reperire,
soprattutto nelle Università Inglesi , qualsivoglia studio e ricerca sulla
famiglia Rossetti in modo da creare a
Vasto il più completo “Deposito Rossettiano” del mondo.
La seconda finalità del “Centro”,
molto ambiziosa, consisteva nella creazione di un Centro di Promozione
Culturale del “Rossettismo” che coinvolgesse non solo gli studiosi italiani, ma
anche giovani ricercatori stranieri ai quali potevano essere offerti anche
corsi di studio della lingua italiana affidati ad esperti insegnanti di Italiano per stranieri (accordi di
programma saranno poi studiati con alcune università straniere, finanche
australiane).
Il “Centro” quindi nasceva sotto
i migliori auspici, con un consenso unanime e nella convinzione che ogni
finanziamento per la promozione culturale del territorio era da salutare con favore.
Purtroppo, nonostante i ricchi
programmi annuali del “Centro”, già durante la prima sindacatura di Luciano
Lapenna e molto di più nella seconda,
l’atteggiamento prevalente nella maggioranza
e nelle minoranze è cambiato (complice anche la crisi economica), fino a
diventare aperta ostilità nei confronti di quella Istituzione cittadina e
oggetto di interrogazioni consiliari.
Chi scrive fu all’epoca delegato
dal Sindaco a presiedere il Consiglio di Amministrazione del “Centro” , compito
che ho assolto, gratuitamente come ovvio, con entusiasmo, convinto allora come
oggi dell’utilità di quella iniziativa.
L’aver letto sui giornali che il
segretario del Partito Democratico di Vasto, ovvero il partito che ha inventato
e creato il “Centro Europeo di Studi Rossettiani”, si vanta di aver “chiesto ed ottenuto una
riduzione dei finanziamenti” (tra l’altro già fortemente ridotti), lasciando
intendere che quell’investimento comunale era inutile o
eccessivo o, peggio, fonte di illeciti guadagni , mi ha costretto a dimettermi
dalla carica che ricoprivo da sette anni
e, a corollario, far certificare
dal Dirigente comunale di settore che per quell’incarico lo scrivente NON
ha percepito alcun compenso: a scanso di qualsivoglia malevola illazione e per futura
memoria. Ovviamente continuerò a sostenere quella Istituzione cittadina in
tutte le sedi, a cominciare da quelle politiche.
NICOLANGELO D’ADAMO
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