domenica 24 maggio 2015

 

Tanto, paghiamo noi



Li vedi muoversi tra una esposizione a Bologna e una pista da sci sulle Alpi, tra una manifestazione in Lombardia e un evento in Piemonte. Sono gli inviati speciali dei telegiornali Rai. Durante la pausa natalizia mi è capitato di seguirli nelle loro scorribande in giro per la Penisola, intenti a raccontare tutto quello che di bello, o di brutto, valga la loro presenza, la presenza dell’inviato speciale, appunto. Per me, è stato un continuo travaso di bile. Se c’è da fare un servizio a Bologna, mi domando, non basta incaricare chi è già sul posto, nel caso specifico un giornalista della locale sede regionale? No, non basta, perché mamma Rai ha un cuore grande e vuole accontentare tutti, anche gli inviati speciali, che si beccano l’indennità di trasferta, con diritto al pernotto e al lauto pasto. Lo stesso accadeva per le partite di calcio (non so se sia tuttora così), quando il nostro Mario Santarelli veniva ritenuto non all’altezza di riferirci le gesta (non esaltanti, per la verità) del Pescara, alla sua prima esperienza in serie A: veniva in riva all’Adriatico, apposta da Roma, per “90° minuto”, Jacopo Volpi, che parlava un paio di minuti al massimo. Due minuti a peso d’oro, pagati col nostro canone.

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