Verso il rinnovo di sindaco e consiglio comunale. È già successo, può succedere ancora. Una nuova stagione è possibile
Una Città stanca, senza prospettive, ripiegata su sé stessa. Il peggio che poteva capitarci. Avremmo bisogno, lo ripeto da tempo, di idee e idealità, che questa maggioranza mostra di non avere, di un punto di fuga che ci consenta un rilancio, in termini economici, e non solo, di ricostruire un tessuto sociale, perché, in fin dei conti, di questo si tratta, attorno ad un governo cittadino capace di affrontare i problemi, incancreniti nel tempo e nelle scartoffie affastellate nel Palazzo di piazza Barbacani, problemi rinviati e mai risolti, forse nemmeno presenti all’animo di sindaco e assessori. Non è facile. Ma è possibile. Dipende da noi, dipende dalla nostra capacità di individuare le priorità e le alleanze. Quelli della mia generazione chiamerebbero in causa il discernimento, categoria teologica in via di dissoluzione. Comunque sia, partiamo da un dato certo, storico, per la precisione da quello che accadde a Vasto a partire dagli anni Sessanta, quando la Democrazia Cristiana, partito egemone, non riusciva più a interpretare e rappresentare le istanze che salivano dalla società, specie da quei ceti che, a loro volta, non si riconoscevano più nello Scudo Crociato. In quei frangenti, e il pensiero, immancabilmente, corre a Silvio Ciccarone, la politica vastese, quella che poi andò a governare la Città, seppe guardare oltre, al di là delle appartenenze, al di là delle single, sapendosi ritrovare in un programma di sviluppo e di rilancio. Si respirava un’aria nuova, si viveva una stagione esaltante, fatta di impegno e di partecipazione. Nuove vitalità si facevano apprezzare, sotto la spinta, tra l’altro, di quei fermenti che giungevano dalla Domus pacis di don Felice Piccirilli, parroco di San Giuseppe. In quegli anni, caratterizzati da forti passioni, anche da contrapposizioni aspre, si concretizzò l’impossibile: la lista civica, Il Faro, forte del successo elettorale, esprime il sindaco e comincia la sua opera, incisiva, di rinnovamento. Questo fu possibile, bisogna aggiungere, perché i partiti politici, a destra come a sinistra, accantonando le ideologie, all’epoca molto sentite, si schierarono, in forme diverse, a favore della esperienza civica. Una lista non partitica, quindi, che amministra la Città assieme ai partiti. La Dc, che rappresentava il vecchio, fu costretta all’opposizione. Nella mutata situazione attuale, a meno di un anno dal voto per il rinnovo di sindaco e consiglio comunale, va già prendendo corpo uno sbocco similare. Massimo Desiati, animatore di Progetto per Vasto, portavoce di ‘Vasto 2016’, è il candidato a primo cittadino di un ampio schieramento di forze attualmente all’opposizione: vi sono dentro anche due partiti, l’uno, Fratelli d’Italia, presente e organizzato su tutto il territorio nazionale, l’altro, Noi con Salvini, ormai a proprio agio in ambiti territoriali ben lontani dal pianoro di Pontida. A significare questa volontà di dialogo tra partiti e liste civiche, completa il quadro l’appoggio di Alleanza per Vasto. Non è difficile immaginare che la capacità di aggregazione di questo nucleo, già consistente, possa coinvolgere altre componenti, partiti, movimenti o istanze civiche che siano. I presupposti per fare bene ci sono tutti, tenendo anche conto che partiamo in anticipo rispetto agli altri. È necessario però il nostro impegno, senza risparmio, fin da ora. Possiamo e dobbiamo farcela perché il cambiamento è possibile. Buona campagna elettorale.
Giacinto Zappacosta
pubblicato su Giovani in Movimento
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