mercoledì 9 settembre 2015

IN NOME DEL CALIFFO


Il messaggio salafita sta prendendo piede. Come al solito, noi occidentali, almeno noi uomini e donne della strada, non capiamo. Il dramma è che tutti, opinionisti a livello condominiale, o da cantina, crediamo di capire quello che non conosciamo nemmeno a grandi linee. Punto primo, fondamentale e basilare: le brigate del califfato che si sono installate in Libia non provengono da oltre confine, stranieri aggressori che avanzano conquistando il terreno palmo a palmo. I tagliatori di teste sono in realtà degli autoctoni, Libici affascinati dall’idea, geniale nella sua capacità aggregativa e mobilitante, sempre immanente e intrinseca all’islam, di una comunità pan-musulmana capeggiata dal califfo.L’islam, che va riguardato per quello che è, non per quello che ci fa comodo credere, per sua natura è inglobante: non c’è spazio per l’amore e per la pietà.        

Giacinto Zappacosta

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