venerdì 27 novembre 2015

Come al solito, esistono morti di serie A e morti serie B

Caro *, come sai, non mi riconosco nel risorgimento e, di conseguenza, non partecipo a costosissime commemorazioni e feste. Non ho niente di cui rallegrarmi perché, in quella disgraziata conquista del Sud, i morti sono stati tanti. Mi si potrà dire che ogni rivolgimento storico comporta sangue e lotta; ma il punto è un altro, ed investe l’approccio piemontese, l’impostazione di fondo: gli antropologicamente diversi (Miglio non ha inventato niente) non meritano pietà, gli stupri di massa sono una necessità, oltre che un sollazzo per i bersaglieri, le rapine e gli incendi un mezzo per arrivare alla soluzione finale. 800mila morti, 54 paesi rasi al suolo, un’ economia distrutta per sempre. Sì, il Regno delle Due Sicilie aveva un’economia solida, tanto da meritarsi, all’Esposizione internazionale di Parigi, nel 1856, il premio come terzo paese al mondo per lo sviluppo industriale (primo in Italia). Mi limito ad aggiungere che uno storico come Mieli riconosce apertamente questo ed altri similari dati macro-economici, come l’esistenza dei campi di concentramento. E siamo ad un altro punto, cioè la deportazione dei soldati che non vollero abiurare il giuramento di fedeltà a Francesco II di Borbone. Avrai senz’altro sentito parlare di Fenestrelle, uno dei tanti lager dove furono ammassati questi sventurati, morti per fame, stenti, per il freddo. Io mi chiedo: come mai le repressioni da parte dei Borbone sono sempre feroci, mentre quelle dei “liberatori” sono solo, quando pure emergono, incidenti di percorso? Come al solito, esistono morti di serie A e morti serie B? Dopo l’annessione, il Regno d’Italia era alla ricerca, a livello internazionale, di un’isola verso cui avviare oppositori e legittimisti: vedi un po’ quanto cavolo è costata, in termini umani, l’unità, quella attuata, voglio essere chiaro, con quei mezzi e con quelle finalità. Mi fermo qui, forse. Saluti


Giacinto Zappacosta

riproduzione vietata



Nessun commento:

Posta un commento