venerdì 18 dicembre 2015

BOSCHI E IL SOTTOBOSCO

In questi giorni i titoli dei giornali sono puntati tutti sul conflitto di interessi che la super ministra Boschi incarnerebbe, in quanto il padre, vice presidente della Banca Etruria, il fratello e la cognata dirigenti della stessa banca; e sul decreto Renzi -detto salva banche- tra cui la nostra Carichieti (la famosissima e storica banca del territorio) che avrebbe almeno 500 soci a rischio per avere acquistato titoli o obbligazioni tossiche perdendo i loro risparmi.  Gestita da anni da personaggi del sottobosco politico democristiano e banchieri disonesti, incapaci, inadeguati, e con la complicità a volte della stessa banca d’Italia che mai ha vigilato e controllato nonostante le sollecitazioni arrivate da più parti siamo di fronte al piu’ grande saccheggio e scandalo finanziario che vedrà la comunità intera abruzzese accollarsi le perdite provocate. A tale proposito da oltre un anno addietro il sottoscritto, sfidando i dirigenti della stessa banca e volendo allertare la opinione pubblica su quello che poi è venuto alla luce in questi giorni inviava agli organi di stampa e del web il comunicato stampa che allega. 
                                                                                                                       
Di fronte alla voragine che si è aperta dentro la Carichieti, - dopo il tempestivo intervento della Banca d'Italia,-  di crediti concessi in modo discrezionale a pseudo imprenditori e a quei rappresentanti eccellenti, anche delle istituzioni, che potevano garantire protezioni e impunita' a quei  direttori generali e presidenti dell'istituto bancario, scelti da decenni sempre con i soliti criteri politici, l'opinione pubblica, i correntisti, i clienti, non possono che rimanere sconcertati e preoccupati. Si parla di circa un miliardo di euro che non potranno piu' essere recuperati. La Banca d'Italia almeno ha fatto una cosa con la sua improvvisa visita: ha decapitato tutto il gruppo dirigente che negli anni ha portato l'istituto di credito alla progressiva decadenza se solo si pensa che il 20% della Banca e' stata acquisita da un gruppo di Banca Intesa residente al nord.  Le manovre per cercare di dissuadere l'opinione pubblica da perdite economiche non piu' recuperabili venivano spalmate con la creazione di nuove filiali nei vari punti della provincia di Chieti e di Pescara, e con aumenti percentuali di interessi sui clienti e risparmiatori e correntisti che per anni non si sono accorti o che per necessita' non reagivano a questo sopruso. Gia' nel lontano ottobre 2013 il sottoscritto denunciava e chiamava in causa il presidente della Carichieti il geometra Mario Falconio, accusandolo: «è l’ennesima dimostrazione della gestione dissennata della Carichieti, che ha accumulato centinaia di milioni di euro di passivo a causa delle politiche clientelari attuate per anni».
Ora siamo alla scoperta di un verminaio che è stato coperto per anni nonostante le inchieste partite dalla procura di Milano all'indomani della creazione di una banca  di nome Flashbank partecipata al 100% da  Carichieti dove sono stati rilevati capitali oscuri di organizzazioni dedite al riciclaggio. Coperture e voto di scambio sono le due principali azioni messe in opera dai gruppi dirigenti della Carichieti, che si concretizzavano con assunzioni senza concorso e con incarichi a figli di personaggi eccellenti della societa' nonche' figli di politici e figure delle massime istituzioni, sui quali torneremo presto. Incarichi professionali remunerati profumatamente con migliaia di euro, prestiti generosi senza coperture di garanzia, e con prestiti elevatissimi a figure ecclesiastiche.  Si comprende come per anni, nonostante che le condizioni economiche volgevano alle perdite nella gestione della banca, ci fosse assoluta impermeabilita' ad inchieste e aperture trasparenti. Omertà e paura hanno caratterizzato una parte della opinione pubblica, dei correntisti, degli stessi impiegati bancari, della stampa che non si e' rivelata libera, e operatori economici che sono stati costretti a subire in silenzio umiliazioni e ricatti. Un periodo oscuro della Carichieti!. Lo scandalo dei finanziamenti alla Merker con coperture politiche di personaggi eletti nelle file di partiti democristiani come il  deputato di nome Catone, la vicenda  Flashbank, i finanziamenti facili, i mutui a personaggi eccellenti per l'acquisto di immobili, la gestione allegra di Presidenti di Carichieti e Fondazione ci dicono che il voto di scambio e' stato alla base del sistema di potere di un gruppo di incapaci, incompetenti, inaffidabili e affaristi da quattro soldi approfittando della assenza della politica, della questione morale, di una opinione pubblica spesso assente. L'occupazione  di Enti, ospedali, banche, giornali, istituzioni culturali di un ceto politco disonesto e incapace hanno dato questi risultati. Cosa diranno i sindaci delle citta' della provincia di Chieti e della stessa Provincia come ente pubblico che sono soci della Fondazione Carichieti e che perderanno economicamente dopo questo scandalo che non avra' fine?. Cosa dira' il senatore Legnini da poco eletto Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura? Era a conoscenza di questo verminaio? Vorra' intervenire adesso per ripristinare o far ripristinare legalita' e onesta'? La nostra deputata dottoressa Maria Amato ci vorra' informare e attivarsi in Parlamento per smantellare questo sistema malavitoso e  riformare su basi nuove e trasparenti un istituto che ha perso non solo profitti ma la capacita' di attivare leve economiche per le piccole e medie imprese, di commercianti, di famiglie che in questo momento soffrono una devastante crisi economica e sociale?. Il Movimento Cinque Stelle che pure vanta consiglieri regionali, deputati della Provincia di Chieti, una deputata europea di questa provincia malridotta vorranno intervenire per spazzare via il marciume?. Mi sconcertano le dichiarazioni del Presidente Primavera di Confindustri di Chieti che dice di essere prteoccupato di perdere una banca del territorio! E dei tanti imprenditori che si stracciano le vesti proprio ora che non potranno attingere ai favori storici dei personaggi della politica che hanno portato a questi risultati, dichiarando di mobilitarsi per difendere in modo strumentale la Carichieti! Primavera e soci erano all'oscuro di cio' che accadeva in Carichieti? O erano consapevoli di tutto, e tale gestione era conveniente per il ceto imprenditoriale che riceveva favori dall'istituto in cambio del silenzio? In assenza della politica ci sara' qualche settore della magistratura che vorra' fare piena luce dopo il commissariamento della Banca d'Italia? Attendiamo che qualcuno e qualcosa si muova per restituire  fiducia ad una societa' civile che attende da anni una pulizia concreta di ordine morale e culturale.

Ivo Menna 
ex candidato sindaco della citta' di Vasto. Ambientalista storico


Nessun commento:

Posta un commento