venerdì 8 gennaio 2016

QUELLE DONNE UMILIATE A COLONIA

Parlano genericamente di uomini del nord Africa, vai a capire, poi,  di quale Stato, quelli che come animali, a Colonia, si sono avventati sulle donne in festa per il Capodanno : volevano punire la libertà delle loro vittime, anzi le libertà di cui godono le donne occidentali ! Per la  loro cultura tribale è inconcepibile che delle donne possano  studiare e lavorare,  bere e mangiare in libertà, che entrino nei locali pubblici con chi vogliono, facciano  l’amore quando scelgono di farlo, brindino a mezzanotte vestite di jeans e magliette aderenti, facciano  sport e magari si scoprano per praticarlo, hanno la sfrontatezza di festeggiare il Capodanno con i loro amici maschi, senza essere accompagnati dal padre o dal marito…. Inutile girarci attorno e rubricare quanto accaduto come teppismo bullistico: la verità è che gli energumeni di Colonia consideravano quelle donne libere altrettante pubbliche peccatrici, simboli di perversione e quindi meritevoli di punizione. E allora hanno cominciato a palpeggiare,  offendere,  umiliare,  picchiare, a riempire di lividi i seni e le cosce delle donne che intercettavano, addirittura a violentarle… come si fa, insomma, con gli esseri considerasti  inferiori! L’ampiezza di quanto accaduto, anche in altri centri, non può che farci pensare  ad un rito di umiliazione organizzato, coordinato e finalizzato a colpire lo stile di vita delle donne occidentali.
Perciò qualcuno, a ragione, ha parlato di “atto di sopraffazione culturale”. In quella tragica e sconvolgente notte di Colonia si è appalesata in modo fin troppo evidente  una insormontabile  incompatibilità valoriale che rende estremamente difficile l’innesto, sul tessuto sociale europeo, di migliaia di persone cresciute in una civiltà così diversa da quella occidentale.
E’ chiaro a tutti, però, che l’ “innesto” potrà andare a buon fine solo attraverso una progressiva integrazione, che poi significa rendere compatibili i due sistemi valoriali.
E qui sta il punto, il vero problema  è proprio questo: per favorire l’integrazione dobbiamo rinunciare a qualcuna delle  conquiste della nostra civiltà?
Da questo interrogativo non si può prescindere. Personalmente non sono disposto a rinunciare a nessuna delle conquiste culturali, politiche e sociali del sistema valoriale europeo.


NICOLANGELO D’ADAMO

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