L'ho sempre detto. L'ho anche scritto. Il problema di Taranto
non è l'lva, il problema di Taranto coincide con la grave inciviltà dei
Tarantini. Per i quali le minimali regole di buona educazione costituiscono un
fardello di cui liberarsi. Non si tratta di un fatto episodico legato ai
festeggiamenti del capodanno, ma di un malcostume elevato a sistema: per i
Tarantini insozzare le strade, parcheggiare in doppia e terza fila è un fatto
antropologico. Senza tanti giri di parole: il tarantino è così, si
contraddistingue per quello che vediamo in giro soprattutto in queste ore, come
testimoniato dalle foto pubblicate su fb, il cittadino di Taranto, in quanto
tale, sporca. Sporca la sua città, della quale non frega niente a nessuno,
depositando, senza che questo indigni alcuno, cicche di sigarette per ogni
dove, cartacce e immondizia di ogni tipo. Avete presente in che città viviamo? In
via Cesare Battisti, una delle arterie principali, la corsia di sinistra,
riservata alla circolazione a senso unico, è lo spazio per i parcheggi in
seconda o anche terza fila, mentre la corsia di destra, destinata alla
circolazione degli autobus, è invasa da tutti i veicoli. L’ovvia conseguenza è che,
specie all’ora di punta, gli autobus fanno fatica a muoversi in un traffico
impazzito. Il tutto in un frastuono perenne di clacson e bestemmie. Tutto questo,
e siamo al punto dolente, vissuto come irreversibile normalità. Così come è
nomale, in una ipocrisia irritante, ammonticchiare ogni sorta di rifiuti (visto
da me, per esempio, in via Pisanelli) appena al di là del marciapiede, sul
ciglio della strada, a pro degli addetti che una volta al mese transitano per
le pulizie. Normale è anche premurarsi di gettare i pacchetti delle sigarette
nelle aiuole degli alberi, come se fosse più fine, ma sicuramente meno agevole
per l’operatore ecologico che deve ramazzare. È civile, cari Tarantini, fumare
sugli autobus nell’indifferenza di tutti? Lasciare i rimasugli dei cibi
destinati ai gatti randagi sotto le colonne doriche? Usare i marciapiedi per il
transito di bici e moto? Questa è la vita a Taranto, una indecenza quotidiana
annaffiata dalla pipì con la quale le mamme invitano i figli ad irrorare i
marciapiedi. E non venitemi a parlare di ‘tarantino medio’. Ciò che ho
descritto è la tipologia antropologica largamente diffusa, ampiamente
maggioritaria e riferibile ad una comunità in quanto tale. Buon anno, Taranto.
Giacinto Zappacosta
riproduzione vietata
Nessun commento:
Posta un commento