venerdì 22 gennaio 2016

VERGOGNA SENZA LIMITI. INTANTO CHIAGNE E FOTTE

Pubblicavo esattamente un anno fa. A me, personalmente, e non solo a me, il danno erariale, conoscibile dalla Corte dei Conti, pare evidente. Così come il fatto di rilevanza penale. Non pago (mi si perdoni l'involontaria ironia), il Comune di Vasto continua a pagare. A beneficio di amici e affini. Vergognati, Lapenna.

Piovono soldi. E si tratta di una barca di euro. Lapenna, secondo il canovaccio collaudato, sempre lo stesso, con una mano si asciuga le lacrime che scendono copiose, con l’altra elargisce a favore degli amici. In primo piano sempre l’Arci, l’associazione che, a livello territoriale, stupra la lingua italiana a ogni uscita pubblica.  Marco di Michele Marisi, giovane esponente di FdI-An, è andato a scavare tra le carte del Comune di Vasto, ed ha fatto una scoperta molto interessante. Eccoti i risultati: 90mila euro, circa, soldi pubblici, gettati dalla finestra, o meglio graziosamente allocati nelle saccocce dell’associazione fiancheggiatrice, a fronte di un servizio reso alla collettività valutabile, ad essere generosi, in prossimità dello zero. Brutta storia, che chiama in causa un pronunciamento della magistratura contabile, quantomeno. Parliamo di raccolta differenziata, quindi, e del suo avvio in Città a far data dal 2009 mediante l’ausilio dell’Arci, sempre l’Arci con la sua presenza ingombrante, e di altre associazioni. Solo che l’intervento ad adiuvandum degli amici lapenniani doveva durare, come deciso e come risulta dagli atti, quattro mesi scarsi. Durata effettiva, invece, di sei anni, con costi ovviamente elevati all’ennesima potenza. Siamo alle solite e siamo, per la precisione, di fronte al sistema di potere, perché di questo si tratta, ormai oliato  e consolidato, che garantisce posizioni di rendita e di clientele, quel sottobosco governativo di cui si parlava con disprezzo quando Lapenna ed io portavamo i calzoni corti, quel malcostume che rivive i suoi fasti in una giunta di rosso vestita. Anche per via della vergogna.

Giacinto Zappacosta

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