martedì 16 febbraio 2016

LA BELLEZZA DELLA PROCREAZIONE (QUELLA VERA)


Nessuno può convincermi del contrario. La procreazione, con i suoi atti propedeutici, che sottendono un progetto condiviso da un uomo e una donna, è uno dei fatti più straordinari della vita umana, bello, esaltante. Come notava Pasolini, l'eretico, ma eretico nei riguardi di una sinistra già allora squallidamente nichilista, direi aristocratica e sprezzante nel suo negazionismo vitalista, non c'è nulla di più legato all'esistenza del feto, che, nella sua personalità, nella sua individualità, vuole vivere. Scomodando Aristotile, possiamo affermare che tutti noi, avendo origine da una vita uterina, siamo in atto quello che in potenza eravamo nel periodo pre-natale. Il resto, l'illiceità, grave, dell'interruzione volontaria della gravidanza, viene da sé. L'umanità, proiettata in una falsa e arrogante pretesa palingenetica, non se ne avvede, non si ferma a considerare i diritti dei bambini, degli individui, che domandano di conoscere il nome dei genitori naturali. Un utero lontano, affittato per nove mesi ad equo canone da riccastri annoiati, reclama la sua presenza accanto a quel bimbo. La mia generazione credeva che la malvagità albergasse negli animi di Hitler e di Stalin. Non so cosa pensi la nuova generazione. 

g.z.

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