giovedì 29 settembre 2016

LEZIONI DI RETORICA / 8


L’enallage
In parte sovrapponibile all’ipallage, che abbiamo analizzato la scorsa volta, l’enallage (dal greco ἐναλλάσσω, scambio) consiste in una conversione delle funzioni tra le parole. Lo scambio riguarda la classe grammaticale, il verbo e il numero. L’uso avverbiale dell’aggettivo, affermatosi dapprima in poesia ed ora ampiamente diffuso in prosa, è il classico esempio di scambio di classe grammaticale. Così, invece di dire ‘ho lavorato duramente’, troveremo la frase ‘ho lavorato duro’, e così via. Molto più godibile l’enallage in Dante, Inferno, nel verso ‘e cominciommi a dir soave e piana’. Quanto allo scambio nell’ambito delle voci verbali, troviamo l’uso del presente in luogo del passato, del presente in luogo del futuro, dell’indicativo in luogo del condizionale. Di nuovo Dante, Inferno: ‘facevano un tumulto, il qual s’aggira’. Nel che è evidente il passaggio dal passato al presente, mentre nella proposizione ‘andrò a Roma, già vedo il Colosseo’ è l’uso del presente per il futuro. Infine nel Purgatorio l’espressione ‘se non si temperasse, tanto splende’ ci dice dell’uso del modo indicativo in luogo del condizionale. ‘Usciva insieme parole e sangue’, sempre tratto da Dante, Inferno, ci illumina sulla variazione del numero, trovandoci di fronte ad una voce verbale al singolare, quando, a stretto rigore, la lingua italiana vorrebbe il plurale. Merita in conclusione sottolineare che se il passaggio è nell’ambito dell’aggettivo qualificativo, come spiegato nella lezione precedente, siamo nell’ambito dell’ipallage, non dell’enallage. Ricordiamo, a proposito, il famoso verso di Foscolo ‘ma io deluse a voi le palme tendo’, tipico, splendido esempio di ipallage. La prossima volta vedremo l’allitterazione, una figura retorica decisamente più semplice e più intuitiva.

Giacinto Zappacosta
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