La diafora o antanaclasi
‘La mattina
seguente Don Rodrigo si svegliò Don Rodrigo’. I Promessi Sposi, capolavoro
impagabile, luogo di incontro con la cultura, col bel discorrere, ci offrono,
nel brano riportato, un luminoso esempio di diafora, figura retorica che
consiste nel ripetere una espressione attribuendole un significato diverso.
Significato che può avere valore rafforzativo, ad indicare una maggiore
pregnanza (‘è un pessimo uomo, ma è pur sempre un uomo’), oppure negativo, come
nel passo manzoniano testé ricordato. Questa figura, chiamata dai Latini
‘distinctio’, veniva anticamente distinta dalla antanaclasi (ce ne parla
Quintiliano), che è una diafora dialogica, laddove uno dei personaggi riprende,
variandone però il significato, le parole proferite da un altro personaggio. In
ogni caso, diafora e antanaclasi sono oggi due termini sinonimi. A meglio
intenderne il significato, ci soccorre il greco: diafora significa ‘portare
attraverso’, mentre antanaclasi sta ad indicare ‘ripercussione’. Altri esempi,
partendo da una tautologia: ‘la guerra è guerra’ oppure ‘gli affari sono
affari’. Ancora: ‘la ragione ti dice che non hai ragione’, e così via. Ho
nominato la tautologia. Ne parleremo la prossima volta, se vorrete.
Giacinto Zappacosta
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