Nomina sunt consequentia rerum. I
nomi sono importanti, sono la nostra memoria. Capita, in questo mondo folle,
che l’Unesco, lautamente finanziato dalle nazioni a maggioranza musulmana,
imponga che il Muro del Pianto, a Gerusalemme, con la adiacente area, sia da ora
in poi chiamato “al Buraq”. Il toponimo, in lingua araba, fa riferimento alla
leggenda dell’assunzione in cielo di Maometto. In occasione del voto, l’Italia,
sempre prona, si è astenuta. Siamo al delirio, oltre che all’arroganza. A colpi
di voti, e di quattrini, vogliono cancellare la memoria a favore di una
religione, quella musulmana, che i media definiscono una religione di pace. Gli
imbecilli abboccano, nonostante i miei sforzi per indurli a studiare un po’ di
storia. L’ignoranza dilaga.
g.z.
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