domenica 30 ottobre 2016

Non solo mercurio, anche arsenico!


Le notizie riportate dai media locali circa lo sversamento di arsenico e altri inquinanti nel fiume Pescara, anche attraverso la falsificazione delle analisi per occultarne la rilevazione,  a nostro giudizio rappresenta un atto di gravità inaudita. "L'arsenico infatti è un cancerogeno, un inquinante persistente”. Il tutto per smaltire rifiuti provenienti da discariche e impianti da mezza Italia. Il Depuratore aveva ottenuto dalla Regione l'autorizzazione per trattare (sic!) 220.000 mc di rifiuti liquidi all'anno.
Dopo Bussi, dopo la perimetrazione dell'intera area industriale di Chieti Scalo come sito inquinato, ora arriva quest'altra conferma di un inquinamento sempre più diffuso. L'indagine portata avanti dalla Magistratura e dal Corpo Forestale dello Stato è l'ennesima dimostrazione che la Val Pescara è un vero e proprio buco nero ambientale,
Riteniamo gravissimo, che il Consorzio che gestiva il depuratore della località Selvaiezzi di Chieti, operante come servizio pubblico, sia accusato di reati così gravi e ci sembra lecito sospettare che le strutture del Consorzio siano diventate negli anni un punto di riferimento per lo smaltimento irregolare di rifiuti da tutta Italia.
Ma come è potuto accadere?
Secondo noi, confortati anche dalle frequentissime denunce dei movimenti per l’acqua,
                                                              le ragioni sono :
·        Una cultura di preservazione dell’ambiente intesa esclusivamente come oggetto di bieco guadagno, peraltro mortificata dalla sostanziale  indifferenza del ceto politico locale/regionale.
·        Una penuria persistente di risorse per le strutture di analisi/controllo/ disponibilità  e per il personale qualificato necessaria alla corretta gestione sia del controllo dei rifiuti sia di preservazione dell’ambiente  (le dichiarazioni recenti di dirigenti  ARTA  circa la scarsità di risorse e  mezzi adeguati a svolgere i  compiti ad essa assegnati ne sono la dimostrazione inoppugnabile)
·        L'immobilismo delle ASL di Chieti e Pescara sul tema dell'inquinamento, inaccettabile quanto grave perché deputati a svolgere tale compito per legge.
A questo punto, oltre ad esprimere l’auspicio che gli organi di indagine e  di giustizia possano fare il proprio dovere fino in fondo e per tempo (le assoluzioni del caso Bussi non rassicurano), i Cobas assumono l’impegno a partecipare con le proprie strutture a manifestazioni/iniziative che possano aiutare ad accrescere la sensibilità della cittadinanza ed  i Cobas Scuola in particolare intendono far circolare nelle istituzioni scolastiche materiale informativo ,sia sulle iniziative che sulle informazioni specifiche del caso, come del resto fecero nella battaglia (vinta) contro Ombrina. Resta essenziale la vigilanza attiva dei cittadini.

Confederazione Cobas- Cobas Scuola
Pescara-Chieti                                                                       

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