Le notizie riportate dai media locali circa lo
sversamento di arsenico e altri inquinanti nel fiume Pescara, anche attraverso
la falsificazione delle analisi per occultarne la rilevazione, a nostro giudizio rappresenta un atto di
gravità inaudita. "L'arsenico
infatti è un cancerogeno, un inquinante persistente”. Il tutto per smaltire
rifiuti provenienti da discariche e impianti da mezza Italia. Il Depuratore
aveva ottenuto dalla Regione l'autorizzazione per trattare (sic!) 220.000 mc di
rifiuti liquidi all'anno.
Dopo
Bussi, dopo la perimetrazione dell'intera area industriale di Chieti Scalo come
sito inquinato, ora arriva quest'altra conferma di un inquinamento sempre più
diffuso. L'indagine portata avanti dalla Magistratura e dal Corpo Forestale
dello Stato è l'ennesima dimostrazione che la Val Pescara è un vero e proprio
buco nero ambientale,
Riteniamo gravissimo, che il
Consorzio che gestiva il depuratore della località Selvaiezzi di Chieti,
operante come servizio pubblico, sia accusato di reati così gravi e ci sembra
lecito sospettare che le strutture del Consorzio siano diventate negli anni un
punto di riferimento per lo smaltimento irregolare di rifiuti da tutta Italia.
Ma come è potuto accadere?
Secondo noi, confortati anche dalle
frequentissime denunce dei movimenti per l’acqua,
le ragioni sono :
·
Una
cultura di preservazione dell’ambiente intesa esclusivamente come oggetto di bieco
guadagno, peraltro mortificata dalla sostanziale indifferenza del ceto politico
locale/regionale.
·
Una
penuria persistente di risorse per le strutture di analisi/controllo/
disponibilità e per il personale
qualificato necessaria alla corretta gestione sia del controllo dei rifiuti sia
di preservazione dell’ambiente (le
dichiarazioni recenti di dirigenti
ARTA circa la scarsità di risorse
e mezzi adeguati a svolgere i compiti ad essa assegnati ne sono la
dimostrazione inoppugnabile)
·
L'immobilismo
delle ASL di Chieti e Pescara sul tema dell'inquinamento, inaccettabile quanto
grave perché deputati a svolgere tale compito per legge.
A questo punto, oltre ad esprimere
l’auspicio che gli organi di indagine e
di giustizia possano fare il proprio dovere fino in fondo e per tempo (le
assoluzioni del caso Bussi non rassicurano), i Cobas assumono l’impegno a
partecipare con le proprie strutture a manifestazioni/iniziative che possano
aiutare ad accrescere la sensibilità della cittadinanza ed i Cobas Scuola in particolare intendono far
circolare nelle istituzioni scolastiche materiale informativo ,sia sulle iniziative
che sulle informazioni specifiche del caso, come del resto fecero nella
battaglia (vinta) contro Ombrina. Resta essenziale la vigilanza attiva dei
cittadini.
Confederazione Cobas- Cobas Scuola
Pescara-Chieti
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