domenica 6 novembre 2016

REFERENDUM, MANGANELLI DI STATO CONTRO IL NO


C'erano anche i frodati dalle banche, in prima linea i frodati da Banca Etruria, l'istituto del "babbo" del ministro Boschi.
Mentre alla stazione Leopolda andava in scena la logorrea (chi paga?), in un clima da pensiero unico e di ossequio assoluto al capetto di turno, che di qui a qualche tempo, a prescindere dall'esito del referendum, sarà un pallido (o forse squallido?) ricordo, per strada esplodeva la rabbia. Una rabbia proveniente da tutta Italia, zone terremotate comprese. 
Un sentimento che trova le sue scaturigini in quella ipocrisia e in quella presa per i fondelli, in una vulgata che ti presenta la riforma costituzionale come la panacea, la soluzione di tutti i problemi. In ordine di crescente amenità: la fuga dei ragazzi all'estero, l'eccessivo costo della sanità in talune regioni del Sud, il terrorismo islamico...
La verità è che gli Italiani hanno mille motivi per essere arrabbiati e sono anche stanchi di essere presi in giro. La consapevolezza, in tutti, anche in chi ha preso manganellate in testa, è che, vincendo il sì, andrà a rafforzarsi il sistema del malaffare, di cui cotanto babbo è uno degli epifenomeni. La posta in gioco è alta, molto alta. Dopo, non potremo tornare più indietro.

Giacinto Zappacosta

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