domenica 18 dicembre 2016

GENT. SIGNORA FEDELI


Gentile Signora Valeria Fedeli

non si adombrerà se mi rivolgo a lei col titolo di "signora", un titolo, converrà con me, così pregno di significato. Essere signori attiene ad una certa etica, ad una educazione che ormai siamo in pochi ad avere. Qualche giorno fa, lei è stata invitata dal segretario generale della presidenza della repubblica a prestare giuramento secondo la formula di rito. "Senatrice dottoressa Valeria Fedeli": la voce del funzionario risuona ancora nel salone delle feste. Siamo alla prima incongruenza. Lei, Gentile Signora, non ha avuto dubbi, si è avvicinata al capo dello stato ed ha giurato. Mi chiedo, e le chiedo, che valenza abbia una assunzione di responsabilità, così solenne, celata, o forse ingigantita, dietro la spendita di un titolo che lei non ha. La regola, assorbente e primaria rispetto a tutte le altre, dovrebbe essere, anzi è, che non si raccontano balle al popolo italiano, un popolo, le assicuro, che è stanco di farsi prendere in giro. Non le basta il titolo di senatrice, che lei si è guadagnato con indubbia capacità, prima militando nel sindacato e poi avvicinandosi alla politica. Una politica incapace di affrontare i problemi del popolo, perché distante dalla gente, dalla povertà sempre più diffusa, dalla disoccupazione ogni giorno più devastante. Lei è lontana dal mondo reale, dai mille problemi che rovineranno il Natale a tante famiglie italiane. Scommetto che lei non è mai andata a fare la spesa, che non sa cosa significhi fare la fila alla posta o alla Asl, che non sa quanto costi un litro di latte o una confezione di uova. Ma non si preoccupi, tanto Gentiloni, nella unta e bisunta perifrasi curialesca, le ha rinnovato fiducia e stima. Mi permetto di rammentarle che il primo ministro della pubblica istruzione, nell'Italia unita, fu Francesco De Sanctis, un intellettuale, uno studioso che non fa parte del mio ambito di riferimento. Da anti-risorgimentale, non ho però difficoltà ad individuare nel suo predecessore un uomo di assoluto valore per la cultura della nostra amata Italia. Mi permetterà di aggiungere, ma anche se non mi permetterà lo affermo egualmente, che la sua figura, Gentile Signora Fedeli, impallidisce al cospetto di cotanto personaggio. Anche in questo caso, non si faccia cruccio, perché, glielo assicuro, con tre o quattro interviste compiacenti recupererà terreno. A parte il costo dei generi alimentari, lei non ha avvertenza di cosa significhi per un ragazzo affrontare le difficoltà di un corso di laurea, le ansie della famiglia che deve sostenerlo e tutto il contorno di fatiche che accompagna lo studio. Lei, appropriandosi quel titolo, ha ridicolizzato tutto questo. Se ne è resa conto?
D'altra parte, non so se sia più grave promettere di lasciare la politica, o comunque di farsi da parte, in caso di sconfitta al referendum popolare. Anche qui, a quanto notiamo, la volontà del popolo sovrano non ha quel peso specifico che dovrebbe avere, ed in ogni caso lei è ancora saldamente ancorata alla poltrona, anzi ha fatto un bel salto in avanti. Complimenti. Per inciso, qualcuno afferma che lei non abbia nemmeno il diploma di maturità. Non entro nel merito, tanto, a questo punto, la questione non cambierebbe di molto.
Quanto alla teoria del "gender" , che nasce dall'ottundimento dell' animo prima ancora che della mente, la pregherei di lasciar perdere.
Cordialità
Giacinto Zappacosta

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