domenica 8 gennaio 2017

FACCIA DI PANCREAS

Ridateci la Prima Repubblica, con le sue ruberie e con la sua corruzione. Tra una tangente e l’altra, c’era almeno spazio per un interesse superiore rispetto a quello meramente personale ed egoistico, vale a dire la dazione per il partito, per la causa. Per l’ideale, si passi il termine. Tramontate le ideologie, le forti passioni, coinvolgenti e aggreganti, la figura del segretario sbiadisce a favore di quella del tesoriere, lo statuto interno è soppiantato dalle condizioni che regolano il conto corrente e i probi viri stanno praticamente a spasso, perché la morale non esiste più. 
Subito dopo pranzo, oggi, seguendo Giletti (mi pare si chiami così) ho sentito distrattamente la Di Girolamo esclamare: "Tizio non è del mio partito, è dell'Ndc, io sono di Forza Italia". Nessuno, in studio, le ha fatto notare la sua bi-locazione. Allora, in ordine cronologico: la Di Girolamo è stata eletta nelle fila di Forza Italia, per passare poi all'Ndc di Alfano, cioè l'ala moderata alla perenne ricerca, spasmodica, di poltrone, per poi tornare tra le braccia di Berlusconi (in senso metaforico figurato) in Forza Italia. La faccia di pancreas può tutto. Il quale Berlusconi, di buon cuore, riprende tutti coloro che tornano all'ovile. 
Se la destra vuole avere un futuro, è bene che chiuda definitivamente con queste persone. Berlusconi ha fatto il suo tempo e non ha più niente da proporre. Salvo la Di Girolamo, appunto. 


Giacinto Zappacosta

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