domenica 12 febbraio 2017

“Hai parlato come Fomà Fomíč”



Non amava le persone grasse. Disponibile e affabile con tutti, andava in bestia al solo pensiero che potesse esistere una persona in sovrappeso. L’addetta alle relazioni esterne era fatta così. Ma Mosè, benché filiforme, ne ebbe piene le tasche. “Hai parlato come Fomà Fomíč” le urlò in faccia con adeguato livore. “Come chi?” chiese l’addetta. “Come Fomà Fomíč” scandì Mosè. “Ah, come Fomà Fomíč - fece eco l’addetta – ma chi cavolo è questo Fomà Fomíč?”. “E’ un personaggio citato in un romanzo, Candido per la precisione”. L’addetta se ne andò, imprecando ad ogni passo “Fomà Fomíč,  Fomà Fomíč”. Arrivata in ufficio, prese carta e penna: appuntò quel nome così strano e così complicato. Certo, omise l’apocope, aggiunse, a piacer suo, un’ h finale al cognome, fu incerta su qualche accento, ma il primo passo era compiuto. Bisognava ora organizzarsi, passare alla controffensiva culturale, pianificare la spedizione punitiva in tempo di pace, creare alleanze, anche tra i nemici, se necessario, ripristinare l’onore vilipeso, calpestato coram populo. Sì, perché quel nome, quel cavolo di  Fomà Fomíč, era stato proferito davanti alle persone che contano, di fronte al capo, che tutto vede, tutto osserva e tutto considera. Ma, intanto, a chi rimanda quel Fomà Fomíč? Era un personaggio dell’antichità? O forse un politico vivente? Ecco, conoscere e approfondire la persona,  questa è la prossima mossa. Ma a chi chiedere, dove diavolo andare a scovare quel nome ? E poi quell’altro, quel  Candido, più che il nome di un romanzo sembra la marca di un detersivo. Ma certo, è d’uopo procurarsi il libro, ammesso che esista, perché Mosè potrebbe anche aver detto tanto per dire. O potrebbe anche aver sbagliato. Spolparsi un intero volume  alla ricerca di un nome, magari citato alla fine e una sola volta ? Non era proprio il caso. Leggere è faticoso di per sé, figuriamoci leggere e ricercare insieme. Che fare? Le sovvenne di un ragazzotto da poco laureatosi in lettere. Detto fatto. Il giovanotto si prestò volentieri: si procurò il romanzo, non si sa per quali canali, e lo lesse tutto d’un fiato. L’addetta fu raggiante quando si sentì dire che quel nome, quel Fomà Fomíč, proprio non c’era. Si fece avanti giuliva e sputò il rospo. Mosè capì subito: “c’è il Candido di Voltaire, ma anche il Candido di Sciascia, Leonardo Sciascia”. 

Giacinto Zappacosta

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