Se dovessimo chiedere, in giro per Vasto, “chi sono i Frentani?”, ci sentiremmo rispondere da tutti, o quasi, che i Frentani sono i Lancianesi. La storia ci dice che i Frentani, gente di stirpe sannita, nel V secolo a. C. scesero dalle cime più alte dell’Appennino Molisano dando vita a diverse comunità, tutte a nord del fiume Fortore (in latino Frentrum, da cui il nome dei Frentani). Nacquero così, tra le altre, proprio la città di Lanciano, Ortona, Larino e, non certo ultima (udite udite), Histonium che, come tutti sappiamo, è l’attuale Vasto. Quindi, quando si parla di Frentani, o della regione frentana, si indica quel territorio che va da Larino ad Ortona: ogni altro significato è pertanto anti-storico e frutto di una conoscenza approssimativa della storia umana. Il che è grave, perché un popolo senza memoria e senza coscienza di sé non fa una bella figura, nella migliore delle ipotesi. Ma c’è di più. Nel nostro Museo Civico, ospitato all’interno di Palazzo d’Avalos, una interessante iscrizione in lingua osca (la lingua dei Sanniti e quindi, con alcune evoluzioni intervenute nel tempo, peraltro non significative, la lingua dei Frentani), rinvenuta proprio a Vasto, indica, quali censori, due personaggi: Calvius Hosidius Gavius e Vibius Octavius Ofius. A parte il fatto che il primo è sicuramente di Histonium, è interessante il parere di Giulio Beloch, riportato dal nostro d’Anelli, secondo il quale “i due magistrati non erano del comune di Histonium, bensì avevano competenza su tutta la Confederazione Frentana”. Capito? L’odierna Vasto era la capitale della regione abitata dai Frentani. Allora, cominciamo a studiare la storia e a tramandarla ai nostri figli. In fin dei conti, è una storia gloriosa.
Giacinto Zappacosta
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