Fotovoltaico e camposanto
E se si istallasse una serie di pannelli solari sulle coperture delle tombe nel cimitero e si illuminassero così le lampade votive? Visto il risparmio che questa operazione garantirebbe, si potrebbe addirittura eliminare una odiosa “tassa sul defunto”; quella cioè che vede l’obbligo, da parte di chi ha rispetto per i cari trapassati, di pagare una “certa” somma per tenere acceso un lumino davanti alla foto di costoro. Mi si dirà: “si paga il consumo dell’elettricità”. Bene! Ma chi valuta questo consumo, mi può spiegare come è possibile che quella minuscola lampadina consumi così tanto? Tanto varrebbe tornare a “ cannele e cannelotte ‘e zi’ Vicenza” narrate da Totò.
Si badi bene, non voglio sapere dove finiscono gli eventuali introiti né come la parte destinata alla municipalità viene utilizzata. E’ solo un pensiero.
Alcuni anni addietro, arrivò in giunta la proposta di realizzare, nei pressi del cimitero un impianto fotovoltaico. Progetto che in questi giorni sta venendo alla “luce”. Proposi già da allora di “pretendere” una piccola quota dell’energia prodotta, da destinare per i consumi del camposanto. Mi rispose qualcuno: “le tasse non si tolgono mai”. Qualcuno dirà che sto inventando questa risposta o, al limite, che non ricorda. L’idea comunque rimase lì, su quel tavolo.
La rilancio ora, alla vigilia delle commemorazioni per i defunti, con qualche giorno in anticipo riguardo a quanto si dirà in merito alle cose fatte ed ancora da fare per il cimitero esistente (lamentele, giustificazioni e vanterie) e sui pensieri relativi a quello nuovo ancora da concretizzare.
P.S. Non ho proposto di utilizzare l’energia dalla quale scaturiscono i fuochi fatui. Sono sicuro però che qualcuno ci stia già pensando. Della serie … “non si butta niente”.
E se si istallasse una serie di pannelli solari sulle coperture delle tombe nel cimitero e si illuminassero così le lampade votive? Visto il risparmio che questa operazione garantirebbe, si potrebbe addirittura eliminare una odiosa “tassa sul defunto”; quella cioè che vede l’obbligo, da parte di chi ha rispetto per i cari trapassati, di pagare una “certa” somma per tenere acceso un lumino davanti alla foto di costoro. Mi si dirà: “si paga il consumo dell’elettricità”. Bene! Ma chi valuta questo consumo, mi può spiegare come è possibile che quella minuscola lampadina consumi così tanto? Tanto varrebbe tornare a “ cannele e cannelotte ‘e zi’ Vicenza” narrate da Totò.
Si badi bene, non voglio sapere dove finiscono gli eventuali introiti né come la parte destinata alla municipalità viene utilizzata. E’ solo un pensiero.
Alcuni anni addietro, arrivò in giunta la proposta di realizzare, nei pressi del cimitero un impianto fotovoltaico. Progetto che in questi giorni sta venendo alla “luce”. Proposi già da allora di “pretendere” una piccola quota dell’energia prodotta, da destinare per i consumi del camposanto. Mi rispose qualcuno: “le tasse non si tolgono mai”. Qualcuno dirà che sto inventando questa risposta o, al limite, che non ricorda. L’idea comunque rimase lì, su quel tavolo.
La rilancio ora, alla vigilia delle commemorazioni per i defunti, con qualche giorno in anticipo riguardo a quanto si dirà in merito alle cose fatte ed ancora da fare per il cimitero esistente (lamentele, giustificazioni e vanterie) e sui pensieri relativi a quello nuovo ancora da concretizzare.
P.S. Non ho proposto di utilizzare l’energia dalla quale scaturiscono i fuochi fatui. Sono sicuro però che qualcuno ci stia già pensando. Della serie … “non si butta niente”.
Francescopaolo D'Adamo
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