venerdì 27 maggio 2011

IL CROCEFISSO NELLA STANZA DEL SINDACO

Il valore di una tradizione

Nella stanza del sindaco di Vasto, appeso alla parete, al di sopra della porta, c’è il Crocefisso. Non so chi vi abbia provveduto, ma credo che la doverosa esposizione del simbolo della Fede risalga a parecchio tempo fa. Diciamo che è lì da sempre, a significare una tradizione che ha plasmato una civiltà e un popolo. Come ha osservato un membro della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, in merito alla presenza del Crocefisso nelle aule scolastiche italiane, “un tribunale non può permettersi di soffrire di Alzheimer storico e non ha nessun diritto di disattendere la continuità culturale di una nazione che si è sviluppata nel tempo”. Non ho dubbi che nei prossimi lustri il Comune di Vasto, nel variare delle amministrazioni e dei colori politici, si sottrarrà al fremito cristofobico che sembra assalire le menti dei singoli e le istituzioni. Per l’immediato, esprimo la mia certezza: in rigoroso ordine alfabetico, il dottor Della Porta, che non ho il piacere di conoscere personalmente, si è spesso richiamato ai principi cristiani, e dal canto suo il dottor Lapenna, che conosco da tempo, ha sempre ossequiato, indossando la fascia tricolore, i simboli della pietà popolare vastese, Sacra Spina in primis. Sono sicuro che entrambi, Lapenna e Della Porta, secondo l’ordine col quale i loro nomi, in occasione del ballottaggio, compariranno sulla scheda, sono sensibili, probabilmente con motivazioni diverse, a certe tematiche. È già un buon inizio. Per il resto, buona campagna elettorale a entrambi, e che vinca il migliore.

Giacinto Zappacosta
pubblicato su piazzarossetti.it

1 commento:

  1. In una democrazia matura, ci sono buoni esempi nel mondo occidentale, chiunque vinca le elezioni utilizza un "sistema valoriale", che appartiene alla cultura e alla spiritualità di quel popolo, e gli strumenti istituzionali in vigore che consentono ai cittadini di stare tranquilli per il futuro del loro Paese, ovvero sa in precedenza, quel popolo, che chiunque vinca non si appresterà a rivoluzionare le Istituzioni, non minerà i principi fondamentali, le "pietre angolari", su cui si regge il Paese, insomma nessuna minaccia di avventura o tentazione avventuristica. Questo in un Paese con "Democrazia Matura" (con le doverose maiuscole). Ma io, caro Giacinto, sono stato additato, da chi mi governa, di essere una volta "coglione", una volta "puzzolente" perchè non mi laverei, una volta "senza cervello" perchè voto per un'altra parte politica. Questo non succede nei Paesi Democratici Occidentali. Perciò non posso dire cavallerescamente "vinca il migliore", continuerò a ripetere: "mi auguro che vinca chi NON è seguace di chi mi insulta".

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