
L’acqua melmosa
ristagna in putridi anfratti
dimenticati dal vento.
Solo la pioggia,
sempre più rada,
ristora una riva assetata,
rifugio d’animali errabondi.
Lontano la contadina
a pro dell’anfora
rassetta a cercine
il nero crine:
stanche membra attendono
il magro desinare.
(riproduzione vietata)
Questo bel pensiero, non mio, sembra abbracciare la tua poesia...
RispondiEliminahttp://micica.ilcannocchiale.it/2011/05/28/lumilta_di_chiedere_scusa.html
Sempre se ho interpretato la tua poesia nel modo giusto.
Buona domenica