L’assemblea regionale
di Sinistra Ecologia e Libertà ritiene indispensabile la ricostruzione di un
rinnovato centro sinistra forte e coeso per vincere le prossime elezioni
regionali e cambiare l’Abruzzo.
A tal fine è
fondamentale costruire un’alleanza basata innanzitutto su un programma chiaro
ed innovativo, che si distingua dall’esperienza di mal governo del
centro-destra.
Ad oggi riteniamo del tutto carente il
profilo che sembra emergere della proposta di alleanza del PD. Una proposta dai
confini non chiaramente definiti, con troppi nodi programmatici ancora da
sciogliere e dalla labile cornice etico-morale.
Innanzitutto definire qual è il campo dell’alleanza. Il nostro campo è
chiaro: il centrosinistra, quello che già governa nel comune capoluogo di
regione, con la sua forza progressista e riformatrice per combattere le
diseguaglianze e promuovere la cura dei cittadini e del territorio. Qualsiasi
allargamento della coalizione non può che partire da qui. Siamo favorevoli ad
una coalizione aperta alla società civile, ma siamo indisponibili alle
proliferazioni di liste civiche se utili solo a mascherare operazioni di
trasformismo e di ricollocazioni di ceto politico. L’esplosione del numero di
eventuali liste civiche e i tentativi di trasformismo politico, se non frenati,
limitati e ricondotti all’interno di una coalizione che si definisce
progressista, snaturerebbero il senso stesso della coalizione.
Altro
punto i nodi programmatici. In Abruzzo, come in altre realtà, la ricostituzione del
centrosinistra passa attraverso la definizione precisa del profilo di
innovazione, basato su un programma di reale cambiamento. L’Abruzzo per noi è la trama che si realizza tra i bacini fluviali, la
costa, le aree urbane, industriali e manufatturiere, i piccoli borghi, la zona
collinare e la zona montuosa: un unico territorio, in buona parte protetto da
parchi nazionali, regionali e riserve, che deve aver una prospettiva comune di
crescita. Il futuro dell’Abruzzo deve, quindi, per noi, passare dalla
definizione di un nuovo modello unico di sviluppo in grado di valorizzare
sinergicamente le peculiarità di centri urbani e aree interne.
La prima questione
che si impone è la ricostruzione de L’Aquila che deve diventare anche occasione
di una ricostruzione economica, occupazionale e sociale. Per cogliere questa
opportunità è necessario che la ricostruzione sia affidata alle cittadine e ai
cittadini, nonché alle autonomie locali del territorio, con il pieno
coinvolgimento della Regione e del Governo nazionale, essendo la questione di
rilevanza molto più che locale.
La seconda è la
riqualificazione del Sistema Sanitario Regionale, con la garanzia di
un’assistenza territoriale efficace e con un ruolo solo complementare della
sanità privata. Inoltre non riteniamo più rinviabile un piano adeguato e
concreto di integrazione socio-sanitaria.
Altro tema
fondamentale per il centro-sinistra è quello del lavoro, in particolar modo giovanile
e femminile. L’uscita dalla crisi di sistema che viviamo verso una società più
equa deve essere l’assillo della nuova classe dirigente. Servono scelte forti e
non timidi tentativi di correzione: solo rimettendo al centro il tema del
lavoro e dei diritti e contrastando le diseguaglianze si può pensare di salvare
gli abruzzesi, prima ancora dell’Abruzzo.
La riconversione ecologica, elemento centrale per lo sviluppo
dell'economia, deve partire dal rispetto del territorio con politiche di
consumo 0 del suolo, di rifiuti 0 e di salvaguardia del paesaggio e della
salute della collettività. In questa ottica è fondamentale la realizzazione del
Parco Nazionale della Costa Teatina, la bonifica della megadiscarica di Bussi,
il rispetto dell’esito referendario sulla pubblicizzazione dell’acqua e il NO
secco ed irremovibile ad ogni ipotesi di petrolizzazione delle nostre coste nel
rispetto e nel rilancio dell'idea di Abruzzo regione verde d'Europa.
Inoltre, la questione morale. Bisogna rimettere
al centro della politica la questione morale, che non si esaurisce nelle
vicende giudiziarie, ma mette in discussione l’occupazione da parte dei partiti
di enti e aziende pubbliche, spesso in chiave clientelare e di potere, come
profeticamente sosteneva Berlinguer tanti anni fa. Le vicende delle aziende
acquedottistiche, dei parchi, dei rifiuti, dei trasporti, della sanità e
l’elenco potrebbe continuare, sono una testimonianza dolorosa e inaccettabile.
Nella stessa direzione vanno selezionate le candidature, come previsto dal
Codice Etico definito a livello nazionale e regionale. Occorre la massima
trasparenza e nello stesso tempo il rispetto delle garanzie costituzionali di
persone eventualmente indagate, escludendo dalle candidature chi ha avuto
condanne penali, anche di primo grado, e chi è al rinvio a giudizio della
magistratura per reati connessi a funzioni pubbliche.
Infine, ma non per ultime, le vicende nazionali. Nella stessa
direzione, se non peggio, vanno le ultime vicende nazionali. Il governo delle
larghe intese prima, e delle piccole intese poi, ha fatto piazza pulita della
coalizione Italia Bene Comune, deludendo le speranze di rinnovamento e
cambiamento radicale espresse da milioni di italiani.
La proposta di legge
elettorale, che concede da un lato generosi premi di maggioranza e dall’altro
sbarramenti “turchi” per cui le forze politiche che raccolgono 6 milioni di
voto non avrebbero in parlamento neanche il diritto di tribuna, si concentra
solo sull’accordo Renzi/Berlusconi e sul bipartitismo PD-PDL, continuando così
a logorare e lacerare le prospettive di un futuro centrosinistra.
Solo se verranno
comunemente chiariti i contenuti, i confini e le modalità dell’alleanza, SEL
sarà nelle condizioni di definire il percorso migliore che ci porterà
all’individuazione del candidato presidente della Regione nel solco di un
rinnovato centrosinistra.
In quest’ottica SEL
farà la sua parte di forza politica, seria e responsabile.
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