giovedì 22 gennaio 2015

Start up della differenziata, la vergogna delle proroghe e dei soldi a pioggia sull’Arci


Di Michele Marisi: “Il servizio durato 6 anni invece di 15 settimane. 90mila euro circa solo all’associazione vicina al centrosinistra”

VASTO. “Dalle 15 settimane complessive di durata dello start up della raccolta differenziata previste nel ‘Piano raccolta integrata dei rifiuti’ approvato con delibera di Consiglio comunale numero 6 del 7 marzo 2008, si è arrivati a 6 e dico 6 anni effettivi. Il tutto in spregio allo stesso piano che prevedeva che i costi relativi allo start up, ovvero fase di avvio, della raccolta differenziata, dovevano ‘intendersi una tantum’. E di conseguenza si è passati dalle poche migliaia di euro per ogni associazione che avrebbe gestito la fase di avvio della raccolta differenziata, ai quasi 90mila euro ad associazione. E, guarda caso, tra queste, l’Arci, che ha dunque incassato ben 90mila euro circa, in 6 anni.” Snocciolando i primi dati, Marco di Michele Marisi, Responsabile di ‘Giovani In Movimento’, sodalizio dei giovani del centrodestra vastese, ha attaccato le scelte dell’Amministrazione Lapenna in materia di raccolta differenziata e l’Arci stessa, che dal Comune ha ricevuto non solo questi soldi, come in altre occasioni lo stesso di Michele Marisi ha avuto occasione di denunciare.

Nello specifico, l’esponente di centrodestra ha spiegato, partendo dal 2008, tutta la gestione della fase di avvio della raccolta differenziata nella città di Vasto: “La storia comincia nel 2008 con l’approvazione, da parte del Consiglio comunale, del ‘Piano industriale di raccolta integrata dei rifiuti nella Città del Vasto’ che prevedeva una serie di attività operative di start up. ‘Lo start up – si legge nel piano – è quell’insieme di azioni necessarie ad avviare correttamente sul territorio la raccolta differenziata dei rifiuti secondo nuove modalità esecutive. Tali azioni vanno espletate una sola volta all’avvio del nuovo sistema, pertanto i costi di tali azioni sono da intendersi una tantum’. E ancora: ‘…si prevede di avviare il servizio non in blocco su tutta la città ma in due step successivi, presumibilmente prima la zona con minori cambiamenti (167 + Vasto Marina + case sparse) e poi le due zone del porta a porta (centro storico e cinta urbana). La durata complessiva dello start up è di 15 settimane. La durata della campagna di comunicazione di supporto è di 23 settimane’. Infine: ‘Si prevede di attivare il servizio di raccolta integrata su Vasto in maniera modulare. Ogni modulo prevede l’attivazione del servizio su 20mila abitanti. Avendo la Città di Vasto 38mila abitanti, si prevede di attivare il servizio in 2 step per un totale di non meno di 4 mesi’. Altro che 15 e 23 settimane! Altro che due step!” ha attaccato di Michele Marisi, il quale ha proseguito spiegando che “questo start up dura da 6 anni. E oltre il periodo smisurato di prolungamento di una fase che doveva essere solo iniziale, ciò che fa venire il voltastomaco sono i relativi costi evidentemente lievitati rispetto a quelli previsti per 15 settimane. Infine, in tutto questo non manca l’Arci la quale, assieme ad altre due associazioni e per un periodo anche una terza, ha incassato mediamente 1.200 euro mensili per un totale di circa 90mila euro. Il tutto – ha aggiunto il Responsabile di ‘Giovani In Movimento’ – come sempre a colpi di proroghe. Un sistema perverso quello messo in piedi dal centrosinistra, che va ad alimentare le associazioni vicine alla propria ideologia. Una vergogna di color rosso” ha concluso Marco di Michele Marisi augurandosi “che su questa vicenda ci sia l’attenzione da parte della Magistratura, a cominciare da quella contabile”.

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