venerdì 6 febbraio 2015

QUANDO SI DEFINISCE ORANGO UN MINISTRO


Ha suscitato scalpore, mi auguro anche rabbia, l’ “assoluzione” di Roberto Calderoli dall’accusa di razzismo, da parte della maggioranza della Giunta del Senato, per aver dato dell’ “Orango” all’ex ministro Cècile Kyenge. “Quando vedo la Kyenge non posso non pensare all’orango”, disse allora Calderoli, ma per la Giunta del Senato, che ha negato l’autorizzazione a procedere, quel senatore aveva parlato nell’ “esercizio delle sue funzioni politiche” e, quindi, ciò che ha detto non è sindacabile.  Ergo, si sarebbe detto una volta, per la casta parlamentare la “funzione politica” contempla anche l’insulto grossolano, l’offesa volgare, rivolta ad un ministro in carica, con palese incitamento all’odio razziale (Cècile Kyenge è italoafricana).  Ricordo che quell’insulto fu pronunciato nei giorni in cui le offese alla  Kyenge erano quotidiane e crescenti, al punto che una consigliera comunale veneta della Lega arrivò a rammaricarsi  che non ci fosse in Italia un uomo disposto a… violentarla!
A leggere le motivazioni di quella assoluzione si resta sbigottiti per la dimostrazione di superficialità ed  arroganza: c’è chi parla di “diritto alla satira” (addirittura!), chi, naturalmente, di “contesto meramente politico” e chi si rammarica perché “quella frase era stata estrapolata dal contesto”, aggravando inconsapevolmente ancora di più l’operato della Giunta: quale contesto, di grazia, quale ragionamento può contenere e giustificare l’insulto?
Ma è proprio così velleitario e patetico aspettarsi, da parte di chi pretende di rappresentare il popolo nelle più alte Istituzioni, maggiore compostezza anche verbale, senso di responsabilità, rifiuto della sciatteria e della trivialità?
E poi ci lamentiamo del bassissimo indice di gradimento della politica tra gli italiani! Ma sono proprio i politici che “sputtanano” la politica con i loro comportamenti irresponsabili, protetti dalla ferrea difesa dei colleghi.

Per la cronaca i parlamentari che hanno scagionato Calderoli appartengono a Forza Italia, NCD, Lega, Autonomie, PD: insomma maggioranza ed opposizione, con la sola eccezione dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle, perché loro, si sa, hanno un linguaggio molto castigato.

Nicolangelo D'Adamo

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