domenica 8 marzo 2015

QUELLO CHE NON ACCETTO DEI TESTIMONI DI GEOVA


Manicheismo a buon mercato. Con qualche pregiudizio di troppo

Il discorso è grezzo, ma di sicuro effetto. Tutti i mali del mondo, ma proprio tutti, sono riferibili al cristianesimo, anzi al cattolicesimo. Di più: emerge l’idea, della quale siamo prigionieri, in base alla quale il cattolicesimo deve vergognarsi di tutto: le Crociate, il Nuovo Mondo, l’evangelizzazione. Tutti fatti storici conditi col solito ritornello, e cioè che si tratta di fatti economici, di mero interesse, di rozzo interesse. Sia chiaro, poi, che i cattolici, cattivi, sono circondati dai buoni, vittime della cattiveria cristiana. Troppo semplice, troppo semplicistico. Consideriamo, e secondo me si tratta di un punto dirimente, che per affermare sciocchezze e cantilene dettate dal pregiudizio non è necessario studiare, passare le ore ad informarsi, capo chino sul libro, rinunciando alla discoteca e alla serata con gli amici. Voglio dire: diffido, e invito a fare altrettanto, di tutto ciò che non trovi le sue scaturigini nell’applicazione e nella fatica. A dare fiato alle amenità siamo bravi tutti, specie se le medesime si pascono nel politicamente corretto, categoria che abbraccia il pregiudizio anti-cattolico, ma non tutti siamo portati a ragionare con la nostra testa, a ricercare la verità oltre la nebbia putrida della storiografia ufficiale. Noi, i cattolici, dunque, antropologicamente impossibilitati all’idealità, a scelte di vita dettate da valori. Forse i testimoni di Geova non conoscono la storia, perché di storia si tratta, dei Santi Martiri di Otranto, ai quali sarebbe bastato apostatare la Fede per avere salda la vita, e magari riconoscimenti economici e di potere, perché, si sa, il traditore guadagna sempre. Preferirono morire. Per noi sono un esempio e dovrebbero esserlo per tutti, anche per i testimoni di Geova.


Giacinto Zappacosta

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