lunedì 24 ottobre 2016

VI SPIEGO PERCHE’ MENNA NON PUO’ FARE IL SINDACO


Come direbbero quelli che sanno parlare bene (io sono tra questi), il conflitto di interessi è in re ipsa. Nel fatto stesso, cioè, di un progetto sottoscritto dalla madre e portato all’approvazione del figlio. È lo stesso Menna, sindaco ed assessore all’urbanistica, a spiegare che, essendo “la famiglia estesa”, si troverà nuovamente nella condizione di doversi allontanare al momento del voto. È normale tutto questo? Che senso ha? Caro Menna, se la moralità (politica) ha una sua valenza, dovevi semplicemente non candidarti a sindaco. Punto e basta.
Ciò che irrita è quel velo di ipocrisia, frammista ad una arroganza che non ti aspetteresti dal bravo ragazzo, per cui la cittadinanza si dovrebbe assuefare all’idea di un pubblico amministratore, di un primo cittadino, che, entrato in una spirale senza uscita, considera cosa ovvia imbattersi, a più riprese, come anticipatoci dal diretto interessato, in atti nei quali compare in calce il nome di un congiunto.
Mettiamoci nei panni di un assessore. Chi si azzarderebbe a votare contro un progetto nel quale è economicamente e professionalmente cointeressato un parente del sindaco? Il quale potrà tranquillamente allontanarsi al momento del voto, sicuro comunque di portare il risultato a casa.
Il punto non è che Menna abbia riservato a sé la delega all’urbanistica, quanto il suo essere inserito (sono parole sue) in una vasta rete familiare che a sua volta rimanda ad interessi economici, legittimi, sia chiaro, ma ubicati in un contesto politico-amministrativo che ha il suo terminale nello stesso Francesco Menna.
Sarà un crescendo, sarà un continuo rincorrersi di assenze al momento del voto. Così per cinque anni, a tutto danno della trasparenza amministrativa.
Apriamo gli occhi e cerchiamo di stare attenti.


g.z.   

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