lunedì 7 novembre 2016

"TI SPACCO LA FACCIA IN PIAZZA". LA TELEFONATA MINATORIA CHE HO RICEVUTO OGGI


10,46 di oggi, 7 novembre. La telefonata, proveniente da cellulare di cui conservo gelosamente il numero, trasuda nervosismo. Causa: un mio articolo; anzi, qualche mio articolo recente. L'interlocutore, all'apparenza uno zuzzerellone, anche se un po' cresciuto, gioioso e giocoso, ma in realtà di tutt'altra pasta, dice di telefonarmi da Palazzo di Città, in Vasto. Chiarisco subito come il comune di Vasto non c'entri niente, se non, stando a quanto riferito dall'altro capo del telefono, quale palcoscenico di una pagliacciata senza senso. O meglio: le scaturigini sono nel nervosismo di qualcuno e in una arroganza senza limiti, nella pretesa di potersi muovere a piacimento senza che nessuno critichi. Come sempre, non mi farò intimidire. "Ti spacco la faccia in piazza" è stata l'espressione finale, nell'ambito di un climax ascendente, in cui il florilegio è stato davvero notevole. Ho un unico dubbio: perché la minaccia deve concretizzarsi in piazza? Forse al dolore fisico il mio persecutore vuole aggiungere una sorta di punizione pubblica, dello stesso tenore in voga nella Francia rivoluzionaria?

g.z. 

4 commenti:

  1. Fammi sapere quando vai in piazza così .... non mi faccio la barba.

    RispondiElimina