mercoledì 2 novembre 2016

TRA ROVINE E DISASTRI IL COGLIONAZZO VA A PESCARA PER IL REFERENDUM


I numeri sono impietosi. 3.500 sfollati in tutta la Regione, di cui 300, per esempio, nella sola città di Teramo, crolli, calcinacci ed evacuazioni sull'intero territorio, in misura più o meno accentuata a seconda della vicinanza all'epicentro, anzi agli epicentri da cui promanano, mano a mano, i vari sconquassi che stanno seminando distruzione in mezza Italia. Insomma, l'Abruzzo c'è dentro fino al collo.
In questa situazione, il coglionazzo che pensa di fare? Andare in Abruzzo per tenere una concione. Tema: il referendum. Magari, prometterà per avere qualche voto in più. Mentre nostri corregionali vivono e dormono in auto, per paura che la casa crolli loro addosso, il figlio di papà, viziato dalla nascita, stenta a capire le necessità del popolo. 
Parlerà, in preda alla logorrea che lo contraddistingue, della necessità di cambiare. Così, tanto per il capriccio di cambiare. Una domanda, a lui, che nemmeno si è posto il problema, e ai miei connazionali: come mai nella costituzione novellata il presidente della repubblica potrà sciogliere la camera dei deputati ma non il senato?
  
Giacinto Zappacosta

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