martedì 17 gennaio 2017

GREGORIO ALLEGRI, IL LATINO CHE TRIONFA OLTRE MANICA, LA CULTURA, LA MUSICA, LA BELLEZZA TRA I MATRONEI




Tra i matronei, secondo una accurata scelta scenica, giganteggia, superba, la voce della ragazza, sublime in quei suoi acuti."Caricato il 27 mar 2011.The Choir of Claire College, Cambridge, Timothy Brown": così avverte You Tube e così, doverosamente, riporto
Mette i brividi ascoltare la lingua latina, per me mai morta, parlata, o cantata che sia, oltre Manica. 
I tratti somatici dei cantori denunciano chiari tratti anglosassoni, cui si contrappone, in un compendio che esalta entrambi, una fisiognomica indiana o pachistana. L'emozione, nell'animo di chi osserva ed ascolta, risiede nello spessore che l'interpretazione dà a quella antichissima lingua, sempre nuova, quell'orizzonte che si apre fino a comprendere, in una unità di tempo e di luogo, voci stupende, provenienti da ogni dove, anche dall'altro versante degli Urali, lo stile sobrio di un luogo di culto dove i fedeli pregano Gesù Cristo.
Il nostro Gregorio Allegri (1582-1652), musicista, fa il resto. Un autore quasi sconosciuto che, a sua volta, riesce a dare forza e vigore al pianto penitenziale di Davide, che implora Dio di cancellare la sua iniquità. Il testo è il Salmo 51 (secondo la numerazione dell'edizione Cei), struggenti versi di una creatura che si rivolge alla misericordia divina. 
Questi ragazzi, immagino, per appartenenza ad altro ceppo, hanno faticato più di noi Italiani, perlomeno più di noi studenti liceali, nell'accostarsi alla lingua dalla quale tutto discende. Eppure sono riusciti. Alla cultura tutto è possibile.

Giacinto Zappacosta

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