venerdì 3 febbraio 2017

LA DEMOCRAZIA NELLA LEZIONE OBANIANA, LE INSORGENZE ITALIANE, LA STORIOGRAFIA E IL BRIGANTAGGIO


Le Insorgenze, quel moto popolare che si estese dalle Alpi alla Calabria (la Sicilia, come noto, non vide la presenza delle truppe francesi), con una valenza che possiamo definire di unità nazionale, quell’insofferenza nei confronti di un esercito straniero, quello francese, delle sue prepotenze e sopraffazioni, delle ruberie, e di quella forma mentis, l’illuminismo, avvertita come estranea, se non nemica. Brevemente, lo sviluppo storico. Siamo nel 1796: Napoleone, su ordine di Barras, invade l'Italia. Ovunque è un pullulare di requisizioni, tributi in denaro e in opere d'arte, ruberie, vescovi allontanati, conventi devastati, profanazioni. Il tutto, è bene rimarcarlo, in un’ottica anti-cristiana. Il 23 maggio dello stesso anno, cinquemila contadini, comandati dal giovane Natale Barbieri, assediarono i francesi a Pavia. Armati alla meglio, riuscirono a liberare la città, ma la reazione di Napoleone fu durissima. Binasco fu messa a ferro e fuoco per rappresaglia, Pavia cannoneggiata e riconquistata. Barbieri e i suoi furono fucilati in piazza. La rivolta dilagò poi in tutta la Penisola. Su tutto questo gli storici di professione, quelli che scrivono i manuali in uso nelle scuole, sorvolano, saltano a pie’ pari. Per dire la verità, non solo su questo. Ma il discorso ci porterebbe troppo lontano. E fu insorgenza anche a Vasto (non poteva essere altrimenti). Popolani armati di forconi che combattono a viso aperto contro un esercito, contadini che in un attimo si trasformano in guerriglieri. Non di rado, i moti popolari vedono la presenza di donne, in qualche caso con compiti di comando (a Vasto Angiola Teresa Scrippina), anticipazione di analogo fenomeno (basti pensare alla sola Michelina De Cesare) durante il brigantaggio meridionale. E qui vengo al nocciolo della questione. Una democrazia imposta e calata dall’alto, concepita a tavolino da chi parla di popolo senza conoscerlo, una democrazia, ed è un fatto dei giorni nostri, esportata coi bombardamenti. Alla Obama.

Giacinto Zappacosta

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