Brava gente, un popolo gioviale, disponibile al dialogo, ad aiutare il prossimo. Peccato per quella rilassatezza, al limite della stanca rassegnazione, che a volte sconfina nell’ignavia: ne parla Giacinto Peluso nella sua Storia di Taranto, opera alla quale rimando per chi volesse approfondire l’argomento. Racconto un fatto, secondo me illuminante. Salgo sull’autobus Amat della linea 11, nel quartiere Paolo VI, in direzione stazione ferroviaria. Appena a bordo, avverto puzza di fumo, che istintivamente ricollego a qualche piccolo rogo finalizzato alla pulizia dei campi. Noto un posto libero e vado ad occuparlo. Altro che campi, altro che erbacce accatastate ed incendiate dalla sapiente mano dei contadini a pro della ubertosità dei terreni. Niente di tutto questo. Vedo dietro di me due giovinastri, seduti uno a fianco dell’altro: aria strafottente stampata sul viso di entrambi, ma quello intento a fumare è uno solo. C’è bisogno di dire che fine fa la cenere? Il fumo, effettivamente, pervade tutto lo spazio riservato ad autista e passeggeri, abbastanza numerosi in quel momento. “Giovane – è il mio approccio- guarda che è proibito fumare”. Gli occhi di tutti sono puntati su di me. “L’educazione – proseguo- ci è stata insegnata da piccoli”. Gli sguardi degli utenti dell’Amat, che hanno respirato il prodotto di quella sigaretta (non elettronica) per più tempo rispetto a me, sono tutti di approvazione nei miei confronti. Poi il mio affondo: “Secondo te, io che non sono di Taranto, vedendo il tuo comportamento, che idea rischio di farmi sugli abitanti di questa città?”. Il baldo giovine, prima balbetta qualcosa, poi mi dice “hai ragione” e butta la cicca fuori dell’abitacolo, rinunciando alle ultime dosi di nicotina, catrame e tutto il resto. “Se non ancora te lo detto nessuno- è la mia conclusione- ho dovuto dirtelo io”. La scena finisce qui. Ma il punto è: possibile che nessuno abbia percepito il disvalore di quel gesto, possibile che nessuno si sia infastidito per quel fumo che riempiva il mezzo nonostante i finestrini aperti? Mi piacerebbe vedere un popolo tarantino più incazzato di fronte ad episodi di questo tipo. Ma anche di altro tipo.
Giacinto Zappacosta
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