giovedì 28 ottobre 2010

PUZZA DI ZOLFO

Riceviamo e pubblichiamo da Nicola Del Prete (Coordinatore provinciale di Alleanza per l’Italia)

“A questo punto il sindaco Lapenna non ha più giustificazioni: o agisce legalmente a tutela degli interessi pubblici per quanto concerne la vicenda degli ex palazzi scolastici di corso Italia o, di fatto, condivide ed accetta la linea dell’impresa privata che ha realizzato l’accordo di programma, secondo cui le responsabilità di non aver proceduto ad una corretta regimentazione delle acque meteoriche su corso Italia sono proprio del Comune”. Nicola Del Prete, coordinatore provinciale di Alleanza per l’Italia, dopo essersi consultato con i consiglieri comunali Di Paolo, D’Adamo e La Verghetta, porta alla luce un elemento nuovo che potrebbe contribuire a dare un impulso anche alla commissione consiliare che si occupa di fare chiarezza sulla vicenda legata ai due ex palazzi scolastici. “Qualche mese fa, precisamente in luglio – dice Del Prete -, il Comune di Vasto ha ricevuto una documentazione tecnica dettagliata da parte del Tribunale di Vasto, per l’esattezza una perizia disposta dal giudice, che evidenzia in maniera netta alcune responsabilità dell’impresa esecutrice dell’accordo di programma su un immobile al piano terra, di proprietà di una ditta privata. La perizia, non di parte, ripeto, ma disposta dal giudice, evidenzia alcune negligenze dell’impresa nell’eseguire l’opera di ristrutturazione dei palazzi, in modo particolare per quanto attiene all’umidità, alle infiltrazioni di acqua accertate ed alla disattesa regimentazione delle acque piovane su corso Italia. Su quest’ultimo aspetto, l’impresa privata esecutrice dei lavori ha chiamato in causa, addirittura, il Comune come se non spettasse ad essa la completa realizzazione ed esecuzione dell’accordo di programma. Non vorremmo che la stessa impresa, un domani non tanto lontano, possa rivalersi proprio sul Comune di Vasto ovvero sui contribuenti vastesi, per eventuali danni da risarcire a quei privati che, davanti al giudice, avranno dimostrato che i lavori eseguiti non sono stati realizzati a regola d’arte. E’ questo il grande rischio che si corre, come dimostra la perizia in questione, altro che commissione d’inchiesta o d’indagine. Chi doveva intervenire non lo ha fatto in maniera adeguata, adesso la campanella dell’ultimo giro sta per scadere, dunque tocca all’amministrazione comunale decidere se dare incarico al suo ufficio legale di procedere a tutela dell’interesse pubblico, attraverso una delibera di indirizzo o se il Comune vuole solo continuare a “difendersi”, senza contrattare pur avendone le ragioni, su una vicenda che, da notizie di stampa, è al vaglio della magistratura contabile. In tempi non sospetti – conclude Nicola Del Prete – dissi che la commissione d’indagine non aveva senso, perché i “vizi” di questo importante intervento di recupero edilizio sono stati evidenti fin dal primo momento. Gli acquirenti, da subito, hanno lamentato infiltrazioni di acqua, allagamenti, umidità e sgretolamento dell’intonaco. Il Comune è rimasto a guardare. Sperando che non sia tardi, l’amministrazione comunale, adesso più che mai, a prescindere dalle risultanze della commissione d‘indagine, deve agire per tutelare l’interesse pubblico”.

da semidiceviprima.com

(titolo a cura di Cana Culex)

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