Cari amici ed avversari, ho cambiato piattaforma. Vi invito a seguirmi all'indirizzo www.canaculex.wordpress.com
Grazie
G.Z.
CANA CULEX di Giacinto Zappacosta
giacintozappacosta@libero.it
martedì 21 febbraio 2017
DOVE SONO LE FEMMINISTE?
'L'utero è mio e lo gestisco io'. L'apoftegma, che imperversava negli anni Sessanta e Settanta, per quanto non condivisibile, a ripensarlo ora ci appare, quanto meno, un locus resistentiae nei confronti dei viaggi sessuali alla Elthon John. Ma dove sono ora le femministe? Lo scadere del senso etico rischia di farci apparire il Sessantotto come un movimento pro-life. Eppure, fu l'humus culturale, se si può definire così, nel quale si sviluppò il movimento di opinione che portò poi, tra le altre cose, all'approvazione della legge sull'aborto. Ma torno al punto. C'è ancora in giro una femminista, una sola? Se esiste, non ha nulla da dire sull'utero del terzo mondo al servizio delle fantasie esaltate di noi occidentali?
Giacinto Zappacosta
riproduzione vietata
lunedì 20 febbraio 2017
Salvare il Palazzo Sirena di Francavilla al Mare dalla demolizione e restituirlo alla sua funzione sociale
Appello promosso dalle Sezioni di
Italia Nostra di Chieti e Pescara
L’attuale
Palazzo Sirena è stato ricostruito nel secondo dopoguerra sullo stesso sito
dell’originario Kursaal ottocentesco , su disegno tardo razionalista
dall’ingegnere Vittorio Ricci, proprio per riconfermare la continuità della
funzione aggregativa e rappresentativa che quell’organismo svolgeva, divenendo
nella percezione popolare un vero e proprio simbolo della ripartenza, dopo le
distruzioni belliche, dell’intero centro cittadino, come molti documenti
dell’epoca attestano. L’edificio ha poi svolto
effettivamente, con continuità , il ruolo di centro propulsore e di
riferimento vitale dello sviluppo sociale e urbanistico di Francavilla al Mare.
Per decenni la struttura, gestita prima dalla locale Azienda di Soggiorno e poi dal Comune, ha ospitato
iniziative di rilievo che hanno caratterizzato la vita sociale, culturale e
mondana della località turistica, facendole vivere nei momenti del suo sviluppo
e nella trasformazione del centro all’interno del sistema di relazioni
territoriali che si modificava; lo ha accompagnato, pur con i caratteri contraddittori ed incontrollati dei
suoi assetti urbanistici, costituendo sempre ( con pochi altri elementi urbani)
uno dei capisaldi della sua struttura insediativa.
Negli anni 90, l’edificio è stato ampliato sul fronte mare, a seguito di un concorso di idee, e ha assunto l’attuale composita conformazione. Gli anni più recenti sono purtroppo stati caratterizzati da sottoutilizzazione, trascuratezza e abbandono.
Negli anni 90, l’edificio è stato ampliato sul fronte mare, a seguito di un concorso di idee, e ha assunto l’attuale composita conformazione. Gli anni più recenti sono purtroppo stati caratterizzati da sottoutilizzazione, trascuratezza e abbandono.
L’attuale
amministrazione comunale ha reiteratamente espresso la volontà di demolire la
parte originaria del Palazzo - oggi in
uno stato di degrado che, tuttavia, non vede compromessa la sua stabilità - al fine di ampliare la piazza antistante. A riguardo è si sviluppata da
tempo un’animata discussione,
favorita soprattutto dal comitato
cittadino Risorgi Sirena, dibattito che assume però oggi una valenza
che va ben oltre la dimensione locale, supera
i confini comunali di Francavilla e assume, per il merito e il senso
dell’intervento che ci si accinge a realizzare, un valore emblematico per la
cultura regionale mentre si registrano , in sede di dibattito nazionale , qualificate
posizioni sempre più allarmate sulle difficoltà di difendere le testimonianze
della città novecentesca, di fronte all’attenuarsi degli strumenti ,anche
normativi, per la sua salvaguardia.
A nostro
avviso il Palazzo Sirena non va demolito. Esso va riconosciuto quale elemento significativo del
Patrimonio Architettonico della nostra regione, un bene culturale,
testimonianza materiale con valore di civiltà e, in senso ancor più ampio, quale bene comune; un Patrimonio che va al
più presto riconosciuto e tutelato nei numerosi esempi che le nostre realtà
urbane presentano e di cui Palazzo Sirena è
importante esempio.
Italia Nostra
e i sottoscrittori del presente appello ritengono che l’edificio, la sua
collocazione nel paesaggio litoraneo, il rapporto con il contesto
edificato, costituiscano elementi
significativi di identità urbana, e che, per l’interazione fra comunità e luogo
realizzata negli anni della sua piena attività, tale manufatto rappresenti un’eredità culturale da non cancellare e da
trasmettere alle generazioni future.
Esso è uno degli episodi architettonici cittadini riconosciuti , dotati di qualità e portatori della comune storia ai quali ancorare l’opportuno ripensamento del tessuto urbano,
nel quale introdurre gerarchie e relazioni, dopo la fase dell’espansione
indistinta. Da problema esso può diventare risorsa.
E’ possibile
,infatti, recuperare l’edificio in
coerenza con le sue caratteristiche più
peculiari, con destinazioni funzionali
attuali, mediante interventi volti ad
una nuova significazione delle sue articolazioni spaziali; si potrà così restituire alla città una importante
testimonianza storico architettonica e, nello stesso tempo, mantenere e consolidare il senso di
appartenenza e coesione sociale sempre più minati dai processi di
frammentazione e omologazione sociale in corso.
Pertanto Italia Nostra e i
sottoscrittori dell’appello:
-
invitano
la Soprintendenza Archeologica Belle
Arti e Paesaggio dell’Abruzzo a procedere con tempestività al
riconoscimento dell’interesse culturale del Palazzo Sirena , coerentemente con
il ruolo istituzionale che l’organismo
di tutela del patrimonio storico artistico è chiamato a svolgere;
-
sollecitano
il Sindaco e il Consiglio Comunale di Francavilla
perché sia scongiurata la demolizione dell’edificio e sia realizzato un
progetto di conservazione/trasformazione innovativa del manufatto che
restituisca ai cittadini una struttura pubblica rinnovata, più funzionale e rappresentativa della sua identità sociale.
Giancarla Armidi,
Presidente della Sezione IN di Chieti
Domenico Valente, Presidente della Sezione IN di
Pescara
Pescara - Chieti, 20 gennaio 2017
-
Hanno aderito all’Appello:
·
Adriana Gandolfi, antropologa
·
Adriano Ghisetti, Professore Ordinario
di Storia dell’architettura, Università “ G. D’Annunzio”, Chieti – Pescara
·
Alessandra Broccolini, Professore di
Antropologia Culturale, Università “La Sapienza”, Roma
·
Antonello Alici, Architetto,
Università Politecnica delle Marche
·
Carlo Fonzi, Presidente
dell’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia
contemporanea
·
Carlo Pozzi, Professore
Ordinario di Composizione architettonica e urbana, Università G. D’Annunzio,
Chieti – Pescara
·
Claudio Varagnoli, Professore
Ordinario di Restauro, Università “G. D’Annunzio”, Chieti – Pescara
·
Costantino Felice, storico, già
Professore di Storia Economica, Università “G .D’Annunzio”, Chieti – Pescara
·
Eide Spedicato Iengo, Professore di
Sociologia, Università “G. D’Annunzio”, Chieti – Pescara
·
Emiliano
Giancristofaro, etnologo, già Presidente regionale di Italia Nostra Abruzzo
·
Enzo Fimiani, storico, Direttore
della Biblioteca dell’Università “G. D’Annunzio”, Chieti – Pescara
·
Gentucca Canella, Professore di
Composizione architettonica e urbana, Politecnico di Torino
·
Giovanni D’Alessandro, scrittore
·
Giulio De Collibus, Vice Presidente
dell’Archeoclub d’Italia
·
Guido Alferj, Giornalista, già
Direttore de “Il Messaggero” ed. Abruzzo
·
Lia Giancristofaro, Professore di
Antropologia Culturale, Università “G. D’Annunzio”, Chieti – Pescara e Dir.della
“Rivista Abruzzese”
·
Marco Fumo, musicista, già
Docente Conservatorio di Musica “L. D’Annunzio” - Pescara
·
Maria Rosaria La
Morgia,
giornalista
·
Mario Centofanti, Professore di
Restauro architettonico, Università degli Studi dell’Aquila
·
Massimo Palladini, Vice Presidente
Regionale Abruzzo e Molise dell’ Istituto Nazionale di Urbanistica (INU)
·
Nerio Rosa, critico d’arte, già
Preside del Liceo Artistico di Teramo
·
Paola De Sanctis
Ricciardone,
antropologa, Università di Cosenza
·
Paolo Muzi, Presidente
regionale Italia Nostra Abruzzo
·
Raffaele Colapietra, storico, già
Docente presso l’Università degli Studi di Salerno
·
Raffaele Giannantonio, Professore di
Storia dell’Architettura, Università “G. D’Annunzio”, Chieti – Pescara
·
Walter Capezzali, Presidente della
Deputazione Abruzzese di Storia Patria
Nuove
adesioni pervenute
·
Piero Rovigatti, Docente e ricercatore
di Urbanistica, Dipartimento di Architettura, Università di Chieti Pescara
·
Omerita Ranalli, etno-antropologa, Archivio sonoro Franco Coggiola, Roma
·
Veronica Salomone, Dottore di ricerca in
Architettura e Urbanistica, Dipartimento di Architettura, Università di Chieti
Pescara
·
Federico La Monaca, ingegnere, Politecnico
di Milano
·
Alfredo D’Ercole, architetto, esperto
in city management
·
Raffaella Cordisco, storica dell’arte
- Inoltre hanno aderito su particolare invito delle
sezioni di Italia Nostra di Pe e Ch, gli urbanisti:
Paolo Berdini
Pierluigi Cervellati
Vezio De Lucia
Raffaele Mazzanti
Giulio Tamburini
·
L’architetto Luigi De
Falco, membro del Consiglio Scientifico dell’ICOMOS, già assessore
all’Urbanistica del Comune di Napoli e consigliere nazionale di Italia Nostra
·
Maria Pia Germandi, archeologa,
Università degli
Studi di Pavia,
·
Giovanni Losavio, già Magistrato,
Presidente di sez. presso la Suprema Corte di Cassazione ex Presidente Naz.di
Italia Nostra
·
Maria Paola Morittu, giurista, esperta in
conservazione dei beni culturali, consigliere nazionale di Italia Nostra
- Ulteriori adesioni al 17 febbraio
Grazia Panara, architetto, insegnante di storia
dell’arte, Chieti – Gelsomina Rasetta,
insegnante – Alessandra Colella,
architetto – Rena Saluppo,
insegnante – Concetta Palmitesta,
insegnante – Marinella Contenti,
fotografa – Manuelita Iannetti,
artista – Giovanni Gandolfi,
architetto
- Le adesioni raccolte al termine dell’Incontro pubblico Insiemesiamolasirena svolto a Francavilla al Mare 11 febbraio
2017:
Mariacristina Perrozzi, insegnante – Nicola di Quinzio, studente – Rocco
Storto, pensionato – Giulia
Cotumaccio, libera professionista – Alessandro
Borghesi, coll. amm. Gruppo consiliare della Regione Abruzzo – Loredana Gattone, casalinga – Enzo Di Giacomo, operaio – Moreno Bernini, CEA Buendia – Sergio Malatesta – Giovanna Polidoru – Antonio
Paolucci, insegnante – Antonio De
Duonni, già direttore didattico – Ascenza
Stangarone – Federico Baldassarre
– Tiziano Marcelli, geologo – Laura Ferretti, insegnante – Dora Di Credico, casalinga – Gina Buonagna, libero professionista – Marisa Locchini, impiegata in pensione
– Franca D’Amario, insegnante – Riccardo Perelli, dott. – Fausta
D’Onofrio, pensionata – Crinella
D’Incecco, impiegata – Angelo Satolli, artigiano – Eleonora Marulli, pensionata – Federica Rapino, studentessa – Andrea Di Berto, impiegato – Francesca Tosti, medico – Paola Giorgiani, architetto – Alessandro D’Alessandro – Giovanni Di Gabriele, pensionato – Dalila D’Onofrio, insegnante – Lucia De Medio, pensionata – Valentina Raciti, restauratrice e
storica dell’arte – Ippolita Ranù,
architetto – Giuliano Salomone,
disoccupato - Giuliano Di Credico,
pensionato – Rosalba Lega, casalinga
– Loretta Montemaio – A. R. Farinelli –
PENSIAMO A SCOPARE. MA PER DAVVERO
Il dramma del popolo italiano, o ex popolo, visto che siamo ormai un'accozzaglia di persone che casualmente calca lo stesso territorio, è rappresentato dai resoconti che ci giungono a proposito delle cosiddette unioni civili. Il clima, mentre c'è bisogno di lavoro, di sicurezza, di rifondare uno Stato e un tessuto civile, è proprio della inconcludenza tipica delle discussioni dopolavoristiche. Se pensassimo un po' più a scopare, nel senso ovvio e normale del termine, per cui un uomo si accoppia con una donna e viceversa, riscopriremmo il piacere della vita. Ho letto su internet i dati relativi alle nascite nel nostro Paese, il tasso di fertilità e il tasso di mortalità. C'è da rabbrividire. A tutto ciò noi opponiamo unioni contro natura, mere opzioni che si aggiungono a quello che è l'istituto matrimoniale, in ogni caso, per forza di cose, interdette alla procreazione. Se non, come ha fatto Elton John, un riccastro annoiato, impollinando, dietro compenso, una donna in stato di bisogno. Rousseau, amico vostro, non mio, diceva, a ragione, che la misura della civiltà di un popolo è data dallo sviluppo demografico. Provate a dargli torto.
Giacinto Zappacosta
riproduzione vietata
domenica 19 febbraio 2017
I VOUCHER E IL COMUNE DI VASTO. IL PASTICCIO CONTINUA
Cosa c'è sotto lo slittamento del termine, che a sua volta fa seguito a precedente ingarbugliamento?
Breve accenno all'antefatto. Prima della recente battaglia condotta da Fratelli d'Italia-An, il Comune di Vasto procedeva all'assegnazione dei voucher senza criterio, al di là e al di fuori di qualsiasi minimale canone di trasparenza. Anzi, per dirla tutta, l'unico criterio era una premialità a favore dei sodali, come nel caso di una persona di Villalfonsina, il cui unico merito era ed è quello di militare a sinistra. Finalmente l'amministrazione comunale, sotto la spinta determinante di FdI, si è data un regolamento. Ci sarà una graduatoria pubblica, ed è in effetti il minimo che si possa chiedere e pretendere.
Tralasciando i passaggi intermedi, sui quali ci sarebbe tanto da dire e da scrivere, siamo giunti, in questi giorni, ad un rinvio dei termini per la presentazione delle domande al 28 febbraio, mentre il precedente termine era fissato al 10 febbraio. A sorpresa, il 16 febbraio l'amministrazione, con una fumosa motivazione, indica la scadenza a fine mese. Cosa sarà successo? Qualcuno era rimasto fuori? Qualcuno si era dimenticato di proporre domanda ed è andato a bussare al portone della residenza municipale?
Ragioniamo. Allo scadere del precedente termine del 10 febbraio, le domande presentate dai candidati erano, per le quattro tipologie di lavoro, oltre 300. C'era bisogno dunque di ampliare la platea, già così nutrita? Che cavolo c'è sotto?
Intanto, sui carboni ardenti vivono i beneficiari storici, quelli premiati in virtù di scelte ad personam, non sapendo che posto occuperanno in una graduatoria che tutti auspichiamo sia limpida e cristallina, così come previsto dal regolamento. Li vediamo muoversi nervosamente dentro il palazzo di piazza Barbacani. Non è dato sapere se stiano lavorando. In ogni caso, a breve, la loro situazione potrebbe cambiare. Alla prossima puntata. Che sicuramente non mancherà.
Giacinto Zappacosta
riproduzione vietata
VASTO E I FRENTANI
Se dovessimo chiedere, in giro per Vasto, “chi sono i Frentani?”, ci sentiremmo rispondere da tutti, o quasi, che i Frentani sono i Lancianesi. La storia ci dice che i Frentani, gente di stirpe sannita, nel V secolo a. C. scesero dalle cime più alte dell’Appennino Molisano dando vita a diverse comunità, tutte a nord del fiume Fortore (in latino Frentrum, da cui il nome dei Frentani). Nacquero così, tra le altre, proprio la città di Lanciano, Ortona, Larino e, non certo ultima (udite udite), Histonium che, come tutti sappiamo, è l’attuale Vasto. Quindi, quando si parla di Frentani, o della regione frentana, si indica quel territorio che va da Larino ad Ortona: ogni altro significato è pertanto anti-storico e frutto di una conoscenza approssimativa della storia umana. Il che è grave, perché un popolo senza memoria e senza coscienza di sé non fa una bella figura, nella migliore delle ipotesi. Ma c’è di più. Nel nostro Museo Civico, ospitato all’interno di Palazzo d’Avalos, una interessante iscrizione in lingua osca (la lingua dei Sanniti e quindi, con alcune evoluzioni intervenute nel tempo, peraltro non significative, la lingua dei Frentani), rinvenuta proprio a Vasto, indica, quali censori, due personaggi: Calvius Hosidius Gavius e Vibius Octavius Ofius. A parte il fatto che il primo è sicuramente di Histonium, è interessante il parere di Giulio Beloch, riportato dal nostro d’Anelli, secondo il quale “i due magistrati non erano del comune di Histonium, bensì avevano competenza su tutta la Confederazione Frentana”. Capito? L’odierna Vasto era la capitale della regione abitata dai Frentani. Allora, cominciamo a studiare la storia e a tramandarla ai nostri figli. In fin dei conti, è una storia gloriosa.
Giacinto Zappacosta
riproduzione vietata
sabato 18 febbraio 2017
FRATELLI STUPRATORI
Normalmente (e Dio solo sa perché) l’arretratezza economica e sociale del Sud Italia viene riferita ad un dato atavico, precipitato storico di un regno oppresso da una monarchia, quella borbonica, spazzata via dai “fratelli liberatori”. Troppo semplice, o semplicistico, troppo scontato. Soprattutto, troppo propagandistico. La verità è che i problemi del Sud seguono, non precedono l’unificazione. Rimane da capire come mai, a distanza di 150 anni, i ragazzi debbano studiare a scuola una narrazione del risorgimento secondo i canoni della storiografia ufficiale. Il discorso ci porterebbe molto lontano, a concludere, amaramente, che sono i vincitori a raccontare i fatti, a loro modo: cerchiamo, piuttosto, di approdare a qualche punto fermo.
- Il Regno delle Due Sicilie aveva un’economia solida, tanto da meritarsi, all’Esposizione internazionale di Parigi, nel 1856, cioè a pochi anni dalla fine, il premio come terzo paese al mondo per lo sviluppo industriale (primo fra gli Stati pre-unitari). Le riserve auree, seconde soltanto a quelle russe, nonché lo sviluppo della marineria, terza al mondo, testimoniano di un dato macro-economico significativo. Per non parlare poi del fatto che il Regno, soprattutto la Sicilia e la Campania, attirava manodopera qualificata (il marchio della celebre pasta Voiello è l’italianizzazione di Von Vittel, bernese che si trasferì in quel di Napoli).
- I primati del Regno, di cui nessuno parla, possono solo essere accennati. Si va dalla obbligatorietà delle motivazioni nelle sentenze penali, introdotta in anticipo rispetto agli Stati nei quali si articolava la Penisola, al primo ponte sospeso in ferro (sul Garigliano), all’albergo dei poveri in Napoli, voluto da Ferdinando II di Borbone, alla prima tratta ferroviaria che collegava la capitale a Portici, al Codice della Navigazione. E tanto basti.
- In generale, il risorgimento, lungi da essere uno spontaneo movimento di popolo, ci appare, al di là delle brume storiografiche, un fenomeno etero-governato a direzione elitaria (leggasi: massoneria internazionale). Emblematica, in tal senso, la figura di un protetto di Cavour, tale Filippo Curletti, funzionario della polizia piemontese, abilissimo nell’organizzare, arruolando delinquenti comuni ed evasi, “spontanee” sollevazioni ad Ancona, Fano, Senigallia, Perugia, per poi aprire il cordone della borsa quando si trattò di comprare il tradimento degli ufficiali borbonici.
- Veniamo ai morti e ai soprusi. Stupri di massa, rapine, incendi, 800mila morti, 54 paesi rasi al suolo, un’economia distrutta per sempre, lo stato d’assedio esteso a tutto il territorio dell’ormai ex regno (legge Pica). Questi i regali recati dai “fratelli italiani”. E poi la deportazione dei soldati che non vollero abiurare il giuramento di fedeltà a Francesco II di Borbone. Quello di Fenestrelle è uno dei tanti lager dove furono ammassati questi sventurati, morti per fame, stenti, per il freddo. Come al solito, esistono morti di serie A e morti serie B. Si consideri che dopo l’annessione, il Regno d’Italia era alla ricerca, a livello internazionale, di un’isola verso cui avviare al confino oppositori e legittimisti.
Non possiamo accusare il popolo italiano di non aver avvertito la sacralità del 150° anniversario: non si sfugge alla nemesi della storia, oppure, se si preferisce, possiamo dire che l’albero nato storto tale rimane. L’unità e l’appartenenza ad una comunità nazionale, strutturate attorno ad un sano federalismo, che sappia armonizzare le differenze territoriali, vera ricchezza dell’Italia, vanno rifondate su altre basi.
Giacinto Zappacosta
riproduzione vietata
venerdì 17 febbraio 2017
SENTENZA SU BUSSI: FINALMENTE !
Le associazioni del Comitato Bussiciriguarda, accogliendo con
soddisfazione l’esito del processo presso la corte d’Appello
dell’Aquila, che costituisce una pietra miliare nella giurisprudenza
nazionale, e conferma la nostra tesi sulla strategia d’impresa,
ribadisce che la sua azione è sempre stata finalizzata ad ottenere il
risanamento ambientale della Valpescara.
Questa sentenza non solo dà ragione alla nostra battaglia, ma ci
consente di rafforzare il nostro impegno dandoci ulteriori energie
affinché si possa ottenere quanto prima il ripristino della qualità dei
luoghi. Da domani, pertanto, abbandonate le aule dei Tribunali, saremo
sentinelle vigili e di stimolo continuo affinché tutte le
Amministrazioni, nazionale, regionale e locali facciano quanto di loro
competenza per restituire alla collettività acque e terreni risanati.
ECOISTITUTO ABRUZZO, ITALIA NOSTRA, MAREVIVO, MILA
DONNAMBIENTE
Voucher, il Comune riapre i termini per la presentazione delle domande
FdI-An: “Mole di richieste è conferma di legittimità delle proposte che presentammo a novembre”
VASTO. “Con determina dirigenziale n° 16 del 16 febbraio scorso, il Comune di Vasto ha riaperto i termini per la presentazione di domande per lavoro occasionale di tipo accessorio retribuito tramite voucher, fissando la nuova scadenza al 28 febbraio. Il motivo della proroga espresso nel documento, tra gli altri, è quello per il quale ‘alla data odierna, continuano a pervenire da parte dei soggetti interessati, numerose richieste di partecipazione alla su citata procedura di selezione’. Questa notevole partecipazione è la conferma della bontà del lavoro di Fratelli d’Italia-An che è stato il primo partito a chiedere l’adozione di un regolamento e di un bando pubblico per l’assegnazione dei voucher. Così come, questa mole di richieste proveniente da tanti cittadini vastesi, giovani e meno giovani, dimostra quanto, fino alla approvazione del regolamento, la gestione dei voucher era opaca e veniva riservata a pochi ‘fortunati’. In linea con gli impegni assunti in campagna elettorale, ci siamo attivati per sostituire una situazione di privilegio con un contesto di trasparenza. Coloro che alla data del 10 febbraio, scadenza prevista dopo la prima proroga avvenuta per motivi tecnici, hanno presentato domanda per usufruire dei voucher, sono oltre trecento. Ci auguriamo che l’Amministrazione comunale dia adeguata pubblicità a questa ulteriore proroga, per favorire ulteriormente la partecipazione dei cittadini interessati e che sappia gestire con la massima trasparenza la fase successiva di formulazione delle graduatorie”.
È quanto afferma in una nota il circolo cittadino di Fratelli d’Italia-An.
EMERGENZA FURTI NEL PESCARESE, ATTENTI ALLE SOLUZIONI ‘FAI DA TE’
Confartigianato: “La soluzione migliore è sempre un buon sistema di allarme, ma rivolgersi a operatori esperti”
Pescara, 17 febbraio - "E' di nuovo emergenza furti in provincia di Pescara. Dopo i tanti colpi nelle attività commerciali, sono numerose, nelle ultime settimane, le abitazioni prese di mira dai malviventi, in particolare nell'entroterra. In un clima del genere è indispensabile evitare che tra i cittadini si diffonda l'idea di difendersi da soli, con tutti i rischi che ne conseguono". A lanciare l'allarme è Confartigianato Imprese Pescara che fornisce alcuni consigli utili per prevenire il fenomeno e suggerisce la soluzione di un buon sistema di allarme, ricordando che gli artigiani - elettricisti ed impiantisti - sono formati appositamente per garantire la sicurezza ed offrire i migliori sistemi antintrusione.
Secondo l’associazione, osservando gli ultimi episodi, “preoccupa soprattutto il fatto che a farne le spese non sono più soltanto le famiglie che lasciano la casa incustodita per andare al lavoro, ma anche coloro che sono all'interno dell'abitazione. Frequenti, infatti – dicono a Confartigianato - i colpi notturni, alcuni dei quali sventati grazie alla prontezza d'intervento delle forze dell'ordine”.
"Quando si parla di sistemi di allarme e di sicurezza - sottolineano il presidente ed il direttore di Confartigianato Pescara, Giancarlo Di Blasio e Fabrizio Vianale - è bene affidarsi a operatori qualificati e abilitati. I nostri associati sono professionisti che si aggiornano costantemente per proporre le migliori ed ultime tecnologie. Sono in grado di svolgere anche un ruolo di consulenza, andando ad individuare i punti deboli dell'edificio da proteggere e studiando, in base alle diverse esigenze, una soluzione personalizzata. Solo gli installatori e gli impiantisti abilitati, con una qualificata preparazione in materia, sono in grado di fornire agli utenti una risposta adeguata alla richiesta di maggiore tutela dei beni e degli spazi personali".
"In un mercato sempre più variegato, in cui il web la fa da padrone con offerte vantaggiosissime - aggiungono presidente e direttore di Confartigianato Imprese Pescara - è sconsigliabile il ricorso al 'fai da te'. Sulla rete, infatti, si trovano prodotti di ogni tipo, ma non vi sono reali garanzie sul funzionamento e sull'efficacia. Quando si parla di sicurezza, invece, bisogna poter stare tranquilli. Esiste sempre un sistema più idoneo dell'altro, a seconda delle esigenze e del tipo di edificio e solo un operatore esperto è in grado di valutare quale sia la soluzione migliore".
"Un risparmio di pochi euro potrebbe vanificare la spesa, con il rischio di vedere la propria privacy, la sicurezza e i propri beni violati. Gli artigiani che operano sul territorio, tutti altamente qualificati, in un momento economico come quello attuale, anche su nostro impulso - evidenziano Di Blasio e Vianale - sono in grado di offrire la soluzione migliore e più sicura a prezzi onesti".
E' da tempo, d'altronde, che Confartigianato lavora con i propri associati sul tema della sicurezza, con incontri ed appuntamenti dedicati all'aggiornamento e alla formazione. Per il prossimo 31 marzo, ad esempio, l'associazione ha promosso un corso gratuito sulla videosorveglianza rivolto ad elettricisti ed installatori.
“CONVEGNO/DIBATTITO SULLA VARIANTE STATALE 16: QUALE TRACCIATO?”
I Consiglieri Comunali di Minoranza Cappa, Del Prete, D’Elisa, Laudazi, Prospero e Suriani, dopo aver contestato l’ordine del giorno dell’ultima seduta della Commissione Assetto e Territorio dove, la maggioranza, invece di trattare un argomento prioritario, di interesse generale e di vitale importanza per lo sviluppo della nostra Città e dell’intero comprensorio, come quello della variante alla Statale 16 Adriatica, ha preferito inserire nell’ordine del giorno le proposte di programma integrato per insediamenti commerciali in variante al PRG, hanno deciso di richiedere un Consiglio Comunale Straordinario Monotematico sull’argomento.
Nel contempo, al fine di illustrare, pubblicamente, le ipotesi al vaglio dell’ANAS e della Regione Abruzzo, il 24 febbraio p.v., alle ore 18;00, in Vasto, presso la Società Operaia di Mutuo Soccorso, organizzeranno un convegno-dibattito, con gli autorevoli Relatori Geom. Francesco Palchetti e Prof. Ing. Antonio Montepara, dal titolo “Variante alla Statale 16: Quale Tracciato?”.
Gli organizzatori ritengono che sia necessario studiare una soluzione condivisa dai Vastesi da portare, insieme all’amministrazione comunale, all’attenzione degli Enti preposti evitando, così, di subire l’ennesima decisione “calata dall’alto”.
Pertanto, tutti i Vastesi sono invitati a partecipare, dando il proprio contributo, affinchè si possa individuare la soluzione migliore per il nostro territorio.
L'IGNORANZA SI ALLEA CON L'ISLAM
Siamo alle solite, alla consueta, e drammatica, per certi aspetti ridicola, pantomima. Con un interessante cambio di prospettiva. Per gradi. Tutti, ma proprio tutti, fino all’ultimo ignorante semi-analfabeta che scrive (oggi si dice “posta”) su facebook rivendicano all’islam un sostrato di amore, di bontà. Ora, come ignorato dai più, la religione predicata da Maometto, storicamente, da sempre, si è affermata, più che con una inesistente predicazione, a mezzo della scimitarra. I fatti che precedettero la battaglia di Lepanto ne sono un preclaro esempio, così come la barbarie consumatasi a Otranto, e ad essi rimando chi ne voglia sapere di più. Chiudere gli occhi avvinazzati di fronte a quello che ci insegna la storia è un segno dei nostri tempi. Brutti tempi, nei quali la contrapposizione, fatua, del tutto emotiva, per non dire puerile, tra un islam moderato e un islam radicale è l’epifenomeno preoccupante di una mancata percezione, peggio ancora, forse, di una volontà di non intendere quello che è apodittico, palese, fattuale. Come ben sanno le vedove dei ventuno cristiani copti sgozzati in riva al Mediterraneo. Parlavo di una mutata prospettiva, un inatteso e nuovo cambio scenico che annulla l’altra dicotomia, quella tra due culture, l’una occidentale e umanistica (cristiana non lo è più da tempo) e l’altra musulmana. Lo scontro di civiltà, ipotizzato da pochi e negato da molti, è assorbito dalle simpatie militanti di noi europei, uomini e donne affascinati dal richiamo delle bandiere nere che svettano spettralmente. Se uno scozzese al kilt preferisce il tetro vestimento islamico, in effetti più consono al lavoro di taglia-teste, vuol dire che il problema è endogeno.
Giacinto Zappacosta
riproduzione vietata
Giacinto Zappacosta
riproduzione vietata
giovedì 16 febbraio 2017
LA STELLA DEL VIOLINO SUYOEN KIM A TERAMO, L’AQUILA ED ATRI CON L’OSA
L’Aquila 16 febbraio 2016 – È
una stella del firmamento musicale internazionale la violinista Suyoen
Kim, ospite solista della prossima
produzione dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese in programma domani, venerdì 17 febbraio a Teramo alle 21
presso l’Aula Magna del Convitto “M. Delfico” per la Stagione della Società della Musica e del Teatro
"Primo Riccitelli", all’Aquila sabato 18
febbraio alle
18 presso il
Ridotto del Teatro Comunale “V. Antonellini” per la 42ª Stagione Concertistica dell’ISA e ad Atri
domenica 19 febbraio sempre alle
18 presso il Teatro
Comunale per la I Stagione
concertistica ISA nel centro teramano. Per l’occasione l’Orchestra Sinfonica
Abruzzese sarà diretta dal direttore ospite principale ISA, Sesto
Quatrini.
La produzione cade ad un mese esatto dai fatti tragici che
hanno colpito l’Abruzzo nel mese di gennaio 2017 e ad Atri, centro che
nell’Hotel di Rigopiano ha perso tre giovani concittadini, l’Orchestra
Sinfonica Abruzzese offrirà il brano I Crisantemi di Giacomo Puccini
dedicandola alla loro memoria.
Molto interessante il programma.
L’OSA
debutterà con la Seconda Sinfonia in la minore op. 55 di Camille
de Saint-Saëns, il più prolifico
compositore del romanticismo francese, autore di celebri pagine fra cui questa
“opera vulcanica e funambolica” come la definisce il direttore Sesto Quatrini.
Aprirà il concerto l’Ouverture
in si bem. magg. per orchestra D 470 di Franz Schubert, un’opera giovanile raffinata, elegante e allo
stesso tempo capace di grande potenza in cui convivono i tratti dei grandi
maestri (Mozart, Haydn, Beethoven).
Completa
il programma l’affascinante e celebre Concerto in mi min. op. 64 per violino e orchestra di Felix Mendelsshon, sicuramente uno dei concerti
romantici per violino più amati dal pubblico, un vero miracolo della penna
dell’unico compositore nella storia che può considerarsi contemporaneamente
classico e romantico.
I
protagonisti: ad interpretare il Concerto di
Mendelsshon sarà Suyoen Kim,
giovane star del violino dalla sorprendente maturità interpretativa. Ha già
all’attivo un’importante discografia dedicata alle opere di K. A. Hartmann, J.
S. Bach e F.Schubert, incise per Naxos e Deutsche Gramophon e che, a giudizio
della critica musicale internazionale, è un punto di riferimento per la
comprensione di questi autori. Di tutto riguardo il suo palmares: Primo premio
ai Concorsi Leopold Mozart e Joseph Joachim.
La direzione dell’orchestra è stata affidata
a Sesto Quatrini, il direttore ospite principale dell’Orchestra
Sinfonica Abruzzese. Brillante bacchetta, è stato assistente di Fabio Luisi al
Festival lirico Valle d’Itria, secondo direttore al Metropolitan Opera di New
York, ha lavorato con star della lirica come Jonas Kauffmann, Sondra
Radvanovsky, Matthew Polenzani e Elina Garanca. Reduce da un grande successo al
Teatro Bolshoi di Mosca alla testa della National Philharmonic
Orchestra of Russia, prossimi impegni lo vedranno a Vilnius con il Teatro
dell'Opera Nazionale Lituano, a Parigi e ancora al Festival della Valle d'Itria
e a Perpignan.
Prossimo appuntamento
Sabato 25 febbraio, nell’ambito della 42ª
Stagione Concertistica ISA all’Aquila, alle ore 18, l'Orchestra
Sinfonica Abruzzese offrirà al pubblico una produzione speciale presso il Gran
Teatrozeta - Parco delle Arti (loc. Monticchio). Per la serie "Tutti a
Teatro!", l'istrionico Bustric sarà con l'OSA protagonista di Pierino
e il lupo. Direttore Giordano Ferranti.
INFO: Per tutte
le informazioni sulla stagione dell’ISA e sui concerti è possibile consultare
il sito www.sinfonicaabruzzese.it – info: 0862 411102 -
info@sinfonicaabruzzese.it
RIFLESSIONI SUL LIMITARE DI UNA FOIBA
Insieme al sangue
Che irrorò l’ignuda terra
Ne uscì la cara vita
(Anonimo)
La contestualizzazione,
la storicizzazione, che sfociano in un giustificazionismo buono per tutte le
stagioni, sono l’ultimo approdo di una stanca propaganda. Qualche giorno fa, ho
parlato con un esule istriano: nei suoi racconti, sobri, pacati, ho rivissuto
il dramma di popolazioni vessate nell’indifferenza del mondo intero. Prima che
sia troppo tardi, ascoltiamo le testimonianze di chi ha vissuto sulla propria
pelle la tragedia di essere italiano ed inseriamole nella nostra coscienza
collettiva. Senza pruriti ideologici, senza alzare disumani steccati. La morte,
comune destino, va rispettata ed onorata, in ogni caso. In questi giorni, ho
letto dichiarazioni di ogni tipo sulla vicenda storica delle foibe. Colpisce la
difficoltà interiore di soffermarsi, cristianamente, a considerare le
sofferenze dei nostri simili, quasi che un omaggio alle vittime possa ledere la
nostra individuale dignità e credibilità politica, quasi che versare una
lacrima per quei morti possa essere interpretato come una debolezza borghese.
Eccoti, allora, di lato al negazionismo, ormai sempre più debole, prendere
vigore la richiesta di valutare, o iper-valutare, il contesto storico, estrema
frontiera, un po’ più sofisticata, per svilire il disvalore delle uccisioni sul
limitare delle foibe. Come se i presupposti creati al di qua dell’Adriatico
giustificassero gli accadimenti che hanno visto coinvolti i Giuliano-dalmati.
In quel dramma, a volte miserevole, che chiamiamo storia, tutto è
storicizzabile, tutto è inserito in un contesto creato dagli eventi precedenti
e guidato dai fatti susseguenti, a volte da banali episodi secondari. Ma allora
anche Hitler va letto in chiave storica, al pari di Stalin. La dottrina, che
vorrebbe farsi largo tra gli animi, si traduce, in fin dei conti, in una cesura
per cui i fatti riconducibili alla mia parte politica vanno esaminati alla luce
della storia, mentre i misfatti dei miei nemici vanno condannati senza indugio.
Non se ne esce altrimenti: se vogliamo ridare dignità a noi stessi, uomini e
donne di questo millennio, dobbiamo recuperare una umanità che va disperdendosi
in sterili dispute. Fra tutte le prese di posizione sull’argomento, ho
apprezzato le parole dell’on. Maria Amato, mia avversaria politica, parole
semplici, limpide, chiare. Riassumibili in quell’atteggiamento di ossequio di
fronte alla morte. Sono frasi che, per il loro contenuto, senza eccessi e
solenni al tempo stesso, ci richiamano, come comunità nazionale, alla esigenza,
sempre più impellente, di ritrovarci attorno ad una memoria condivisa. Per
parte mia, mi riconosco in quelle parole senza difficoltà. Mi piace pensare ad
una Nazione che faccia riferimento a valori essenziali, non negoziabili, vorrei
aggiungere, primi fra tutti quello della vita dei singoli membri che la
compongono. Epperò, mi preoccupa quella puntigliosità di parte che affiora ad
ogni anniversario, ad ogni data segnata in rosso sul calendario. È il
precipitato storico di una guerra civile, sopita, ma mai cessata, combattuta
dapprima con le armi e ora a mezzo di ostracismi e litigi infiniti. In più, mi
fa specie che l’Italia non sappia riconoscere gli orrori commessi dai
piemontesi e dai garibaldini all’atto della conquista del Sud, perché di
conquista in effetti si tratta. È quella coscienza, del singolo prima ancora
che comune, per cui i morti non si contano ma si pesano. Dopo tutto, è il succo
del discorso imperante, cosa vale la vita di donne meridionali stuprate dai bersaglieri,
che significato ha la vita di soldati napoletani deportati nei campi di
concentramento del Nord? L’ho già scritto: sarebbe sufficiente che lo Stato
italiano, per mano di chi incarna la più alta magistratura, depositasse un
fiore nel forte di Fenestrelle. Non accadrà mai.
Giacinto Zappacosta
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